Policlinico Vanvitelli, bufera sul questionario: il docente si sospende dall'incarico

«Attenti a cosa scrivete: le risposte non saranno anonime», in rivolta gli specializzandi in chirurgia plastica

Il Policlinico Vanvitelli
Il Policlinico Vanvitelli
di Maria Chiara Aulisio
Martedì 31 Ottobre 2023, 23:32 - Ultimo agg. 2 Novembre, 06:58
4 Minuti di Lettura

In poche ore il messaggio è diventato virale. È un breve whatsapp a firma del direttore della Scuola di chirurgia plastica dell’Università Luigi Vanvitelli inviato direttamente sulla chat del suo gruppo di specializzandi: «Vi è stato trasmesso per email un questionario di valutazione delle attività didattiche da compilare entro il 6 novembre. - scrive il professore Giuseppe Ferraro - Mi raccomando, però, mi raccomando a cosa scrivete perché le vostre risposte, per noi, non saranno anonime». Fin qui il testo del docente, un vero e proprio boomerang in realtà, che lo ha costretto in tempi record ad autosospendersi dall’incarico lasciando il posto a Elisa Grella che siederà su quella poltrona fino a quando la vicenda non sarà chiarita del tutto. 

Agli studenti, una quarantina di giovani medici con l’ambizione di diventare chirurghi plastici, quel messaggio non è piaciuto affatto: «È forse una minaccia? Vorremmo capire meglio il significato della frase “mi raccomando a cosa scrivete”? Dobbiamo ritenere che dalle nostre risposte dipenderà il buon esito del percorso di specializzazione?». Domande - e tanta preoccupazione - che hanno fatto il giro di tutte le chat “universitarie”, nessuna esclusa, fino a raggiungere gli smartphone dei colleghi dell’associazione “Als-Specializzazioni in medicina”, per intenderci una sorta di “sindacato” degli studenti, che sulla pagina facebook ha dato fiato alla protesta. «In quel messaggio sono contenute una serie di irregolarità deontologiche, accademiche e giuridiche. - si legge nella nota dell’Als affidata ai social - Oltre a rendere pubblico tale vergognoso malcostume, l’associazione sta provvedendo a formalizzare una denuncia ufficiale all’Ordine dei medici di competenza, all’Osservatorio nazionale della formazione medica e al rettore della Vanvitelli, suo predecessore nella direzione della scuola». Non solo: «In caso di insabbiamento - aggiungono i giovani medici - provvederemo a inoltrare una formale denuncia alla Procura della Repubblica. Chi scrive frasi del genere non può e non deve ricoprire la carica di direttore di una Scuola di specializzazione medica». Facciamo un passo indietro per entrare nel merito dei questionari dai quali è nato il caso Vanvitelli. 

Si tratta in realtà di una iniziativa ministeriale adottata per verificare - e controllare - il buon andamento delle scuole: gli specializzandi vengono invitati a esprimere una valutazione in merito a didattica, formazione e organizzazione. Un test assai importante, quei risultati rappresentano infatti materiale prezioso per i membri dell’Osservatorio nazionale che hanno il compito, tra gli altri, di garantire e migliorare la qualità della formazione. Non solo. Dal giudizio che emergerà sulla base dei voti assegnati dagli studenti dipenderà la valutazione della scuola, più o meno positiva, del ministero della Salute con i provvedimenti che si renderanno necessari. Ma c’è un altro passaggio in quel messaggio whatsapp sul quale gli specializzandi dell’università Vanvitelli di piazza Miraglia pretendono chiarezza: «I questionari sono anonimi oppure no? Perché il direttore ci ha scritto che per lui non lo sono mentre il ministero assicura il contrario? A chi dobbiamo credere? Ora vogliamo sapere anche perché, di questionari, nel corso degli anni, ne abbiamo compilati parecchi». La risposta la garantisce Gianfranco Nicoletti, rettore dell’Università Vanvitelli: «Gli studenti possono stare assolutamente tranquilli: i test sono anonimi, in nessun caso potranno mai essere identificati, oggi come in passato». Sulle ragioni che, dunque, avrebbero indotto il direttore della Scuola a far passare un messaggio che nemmeno corrisponderebbe alla realtà, Nicoletti preferisce glissare: «Non voglio entrare nel merito di una vicenda che è già all’attenzione del Consiglio di disciplina, saranno i colleghi a fare le valutazioni. Mi preme invece garantire la serenità e lo studio degli specializzandi, li invito a andare avanti nel loro percorso senza temere nulla: l’Università e i docenti saranno sempre dalla loro parte. Aggiungo che apprezzo e condivido la scelta del direttore Ferraro di fare un passo indietro e autosospendersi dall’incarico». Il rettore è stato il primo - la scorsa settimana, quando il whatsapp del coordinatore della Scuola di chirurgia plastica ha cominciato a circolare tra i camici bianchi della Vanvitelli - a scendere in campo al fianco degli specializzandi con un messaggio inviato sulla stessa chat utilizzata dal direttore: «Sì, ho scritto subito anche io.
Volevo far sapere agli studenti che prendevo le distanze da quelle affermazioni e, soprattutto, invitarli a guardare avanti senza paura. È qui che stanno costruendo il loro futuro da chirurghi».

© RIPRODUZIONE RISERVATA