Camera di commercio di Napoli, la contromossa di Fiola: «Il Tar bocci il ricorso»

«Qualcuno ha paura dei controlli?», così il presidente sferza i ricorrenti

La guerra della Camera di commercio di Napoli
La guerra della Camera di commercio di Napoli
di Valerio Iuliano
Mercoledì 12 Aprile 2023, 07:10 - Ultimo agg. 15:57
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L'esito dei ricorsi presentati al Tar dalle associazioni storiche contro la Camera di Commercio sarà noto nelle prossime ore. Il Tar si è riunito ieri in Camera di Consiglio. In discussione i ricorsi che puntano alla sospensione immediata delle procedure di rinnovo degli organi direttivi dell'ente camerale per il quinquennio 2023-2028.

Ad inoltrarli, un folto gruppo di associazioni datoriali comprendente Acen, Claai, Cna, CdO, Confapi, Confcommercio, Confesercenti ed Unione Industriali. Le associazioni reclamano l'annullamento del bando dello scorso 20 marzo, che definiva i criteri per la ripartizione dei seggi all'interno del consiglio camerale, a partire dalla «determinazione del grado di rappresentatività delle organizzazioni imprenditoriali». Nel bando veniva indicata la scadenza perentoria del 29 aprile per la presentazione dei documenti utili allo svolgimento della consultazione elettorale. La Camera di Commercio, Industria e Artigianato di Napoli e Provincia ha dato mandato all'avvocato Antonio Messina di costituirsi contro i ricorsi presentati al Tar della Campania dalle associazioni.

Tra i ricorrenti, Acen, CdO, Confapi e Unione Industriali sono patrocinate dagli avvocati Paolo, Andrea e Giuliana Vosa. Claai, Cna, Confcommercio e Confesercenti sono patrocinate dall'avvocato Ludovico Bruno.

Il presidente Ciro Fiola ha replicato ieri alle dichiarazioni dei suoi avversari, seguite alla presentazione dei ricorsi. «Tutte le determinazioni adottate e gli atti prodotti - spiega Fiola - rispettano in maniera fedele la legge che regola queste procedure. La Legge 580 del 1993, modificata con Dl del 2016 n.219, è stata cambiata proprio su richiesta di alcune delle associazioni datoriali che oggi ne contestano i contenuti. Ed è proprio dai principi ispiratori della legge che si traggono obblighi a cui non ci sottraiamo, come il rigore dei controlli e gli approfondimenti tesi a evitare approssimazioni e fantasiose elaborazioni di dati riguardanti numero di iscritti e rappresentatività delle imprese iscritte. Qualcuno ha paura dei controlli?».

Quello dei controlli sui dati presentati dalle associazioni è una questione decisiva. Proprio dalle contestazioni sui dati è scaturita, cinque anni fa, un'infinita serie di ricorsi e controricorsi, da parte dei contendenti. Sulla definizione di «arbitro e giocatore», attribuita a Fiola dalle associazioni, il leader spiega: «Il Disciplinare che regola le procedure per i rinnovi è redatto, come in tutta Italia, dal Segretario Generale. Al Presidente corre solo l'obbligo di comunicare l'avvio delle procedure. Onere che è già toccato a chi mi ha preceduto che ha sempre mantenuto, non provocando alcuno scandalo, le cariche ufficiali in seno alle associazioni datoriali pur ricoprendo il ruolo di Presidente dell'Ente. Io ho fatto una scelta diversa, che evidentemente da questi storici non può essere compresa: mi sono immediatamente dimesso da tutte le cariche operative in seno all'associazione datoriale che mi ha candidato». Il riferimento, in quest'ultimo caso, è all'Aicast, l'associazione che ha ottenuto la maggioranza in consiglio nella consiliatura che sta per concludersi. Le associazioni storiche contestano a Fiola anche la tempistica per la presentazione della documentazione.

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«I termini indicati per l'avvio delle procedure - sottolinea Fiola - indicano genericamente 180 giorni antecedenti la scadenza del mandato. Chi lancia strali dovrebbe ricordare che, nell'ultima occasione, si attardò arrivando a 120 giorni, provocando il disastro del Commissariamento dell'Ente. Eventualità che dobbiamo scongiurare, per evitare di mettere di nuovo in condizione di paralisi un'istituzione che è uscita dalle secche di una gestione del tutto distante dai principi ispiratori di promozione, tutela e rappresentatività delle imprese iscritte».

«Eppure - conclude Fiola - esiste uno strumento per superare ogni polemica: applichiamo ciò che è già previsto per legge e consentiamo alle imprese di eleggere direttamente i propri rappresentanti nel Consiglio Camerale. Sarebbe una rivoluzione che metterebbe davvero al centro il ruolo delle imprese e smaschererebbe una volta per tutte chi si considera storico per un non meglio identificato pedigree ma è oramai antistorico rispetto alla realtà della quale non ha più alcuna percezione». La stoccata di Fiola è rivolta anzitutto al suo principale avversario, l'Unione industriali. 

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