Debiti della pubblica amministrazione, l'allarme di Anci Campania: velocità nei pagamenti o Pnrr a rischio

Debiti della pubblica amministrazione, l'allarme di Anci Campania: velocità nei pagamenti o Pnrr a rischio
di Emiliano Caliendo
Sabato 15 Ottobre 2022, 18:00 - Ultimo agg. 20:46
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L’argomento è di quelli tecnici, per non dire spinosi, ovvero «la tempestività dei pagamenti dei debiti commerciali dei Comuni». Questo il tema affrontato in occasione del convegno organizzato da Anci Campania e dalla fondazione Ifel, in collaborazione con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, presso la Sala Cirillo della Città Metropolitana di Napoli in piazza Matteotti. Il rispetto dei tempi di pagamento è inserito tra le riforme abilitanti del Pnrr (riforma 1.11), inoltre, la tempestività dei pagamenti è condizione necessaria affinché la procedura d’infrazione intrapresa dalla Commissione europea contro l’Italia per la violazione della direttiva 2011/7/Ue possa concludersi positivamente. In questo contesto, l’iniziativa che vede protagonisti importanti esperti di Anci/Ifel e della Ragioneria dello Stato ha riepilogato la disciplina sui tempi di pagamento dei debiti commerciali, fornendo indicazioni utili agli Enti Locali, sulle modalità di applicazione delle misure di garanzia e riportando i principali risultati del monitoraggio. 

A margine del confronto tra i tecnici di Ifel, degli enti locali e del Mef, queste sono state le parole del presidente di Anci Campania, nonché sindaco di Caserta, Carlo Marino: «Oggi, intanto, incontriamo insieme gli esperti del MEF e di Ifel, la fondazione di Anci Nazionale, per costruire un progetto sui nostri uffici territoriali, per dare risposte e certezze sui debiti commerciali ai nostri uffici economici-finanziari. La sfida dei prossimi mesi sarà quella di rispondere ai disastri energetici che abbiamo nel Paese, per cui dobbiamo preparare i bilanci sui nostri enti territoriali per costruire dei bilanci armonizzati e risposte certe ai cittadini. Gli 8000 Comuni del Paese e i 550 Comuni della Campania hanno dimostrato in questo senso di essere il front office rispetto alle esigenze dei cittadini ed è giusto che vengano rafforzati sia finanziariamente ma soprattutto rispetto ad un modello organizzativo efficiente ed efficace. Dal nuovo governo ci aspettiamo certezze rispetto agli enti territoriali e un quadro normativo che dia una contezza rispetto alle riforme finanziarie ed economiche riguardanti gli enti territoriali». L’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, anche a livello regionale, ha tra l’altro aderito all’appello per la pace lanciato dalla Regione Campania con una manifestazione indetta il 28 ottobre. Marino non si fa trascinare dalle polemiche scaturite tra diverse associazioni e personalità della società civile nei riguardi della “Marcia per la Pace” organizzata dal governatore Vincenzo De Luca. «In questo momento – sottolinea il sindaco di Caserta - abbiamo una posizione chiarissima, l’Anci Campania e i suoi 550 sindaci sono schierati per far sì che si fermi la guerra.

In questo momento c’è sicuramente un invasore e un popolo invaso. Vogliamo certezza del diritto alla pace e, mi permetterete, in questo momento i 550 sindaci della Campania sono anche in piazza per ricordare a tutti di essere vicino alle donne iraniane. Vogliamo mettere al centro il rispetto del diritto internazionale e dei popoli, gli enti territoriali sono vicino a chi soffre. Ed in questo momento soffre chi sta subendo una guerra, ecco perché non è il momento delle polemiche sterili e inutili ma dobbiamo dare serietà a quella che è l’azione di pace e che tutte le forze internazionali e istituzionali si devono muovere rispetto a quel percorso». 

Ha invece evidenziato l’urgenza di accelerare sul tema dei debiti commerciali Gerardina Martino, membro dell’Osservatorio di Finanza Locale di Anci Campania, già assessore al Recovery Fund per il Comune di Caserta: «Sicuramente è un argomento di grandissima attualità. Non si può differirlo, bisogna affrontarlo in maniera seria e risolutiva. Non solo perché è inserito nel Pnrr, per cui il rischio è il definanziamento in quanto riforma 1.11 del Piano. Il pagamento nei tempi dei debiti commerciali della Pa è indicativo di una sana gestione degli enti locali ma anche di una vera ripresa del tessuto economico-sociale dei territori. Noi abbiamo dovuto accantonare il fondo garanzia debiti commerciali in bilancio. Adesso non si calcola solo il termine pagamento medio ma anche lo stock dei debiti pregressi. Siamo intorno ai 52 giorni. Abbiamo messo in atto misure organizzative per ridurlo». Martino lancia dunque l'allarme: senza l’attuazione delle indicazioni provenienti dalla Ragioneria Generale dello Stato, il definanziamento dei progetti Pnrr si ripercuoterebbe anche su quelli già approvati. «Con il Pnrr - ricorda - abbiamo finanziato già diversi progetti. Se non si rispettano gli indicato dell’ultima circolare della Ragioneria dello Stato e non raggiungiamo nel 2023-24 il rispetto dei pagamenti come ci indica il dettame normativo rischiamo il definanziamento». Inoltre, si dice d’accordo a una revisione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: «Sì – puntualizza Martino - serve una modifica. È stato strutturato prima della crisi ucraina e dell’aumento del costo delle materie prime. Questo mette in difficoltà le aziende che pur di vincere le gare mantengono bassi i prezzi, mettendo a rischio la qualità dell’intervento o la sopravvivenza dell’azienda stessa». 

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Infine, Gianpiero Zaffi Borgetti, tecnico del dipartimento finanza locale di Ifel, di cui è responsabile Ict e progetti speciali, ha spiegato quale sia stata l’evoluzione della norma sui debiti commerciali della Pa: «La normativa ha fatto diversi passi avanti. Ultimamente è stata completata per costruire un quadro che essenzialmente consenta il monitoraggio effettivo dei debiti commerciali. E questo è un obiettivo che proprio recentemente è stato raggiunto. Oggi è possibile, grazie alla piattaforma dei crediti commerciali della Ragioneria Generale dello Stato, avere un quadro completo dello stock di debiti commerciali scaduti, residui e non pagati della pubblica amministrazione con quello degli indicatori essenziali che testimoniano l'inadempienza in termini di tempestività dei pagamenti. Mi riferisco al tempo medio di ritardo e al tempo medio di pagamento. Il quadro che ne esce, sostanzialmente ci dice che grossi passi avanti sono stati fatti dalla pubblica amministrazione e che però manca un passaggio finale». Quale sarebbe? «Abbiamo oggi degli obiettivi sfidanti che vengono dati essenzialmente dal Pnrr che impone effettivamente alla fine del 2023, e per tutto il 2024, i tempi di ritardo e i tempi medi di pagamento previsti dalla direttiva europea: cioè la Pa deve pagare entro 30 giorni dalla scadenza della fattura, mentre la sanità può pagare entro 60 giorni. Questi sono effettivamente gli obiettivi e registriamo purtroppo che nonostante il miglioramento sono proprio gli enti locali a essere ancora oggi con un leggero ritardo. Quindi l'obiettivo è superare questo ritardo, arrivare effettivamente a un pagamento medio in 30 giorni». Ovviamente da questo punto di vista, i comuni delle regioni del Sud, tra cui la Campania, scontano le maggiori difficoltà: «Per la verità – spiega Zaffi Borgetti - il dato che si può evidenziare non è brillante per quanto riguarda la Campania. Oggi rappresenta, insieme con altre regioni, un territorio in cui mediamente, come in Sicilia o in Calabria, si paga ancora con un po’ di ritardo. Sui tempi di pagamento, non sappiamo nemmeno se l'ente stia presidiando effettivamente oppure se magari ha dimenticato d'inserire la sospensione di una fattura per cui ci sono enti che realmente presentano un ritardo anche superiore di 60 giorni. Su questi enti però c'è questo elemento dubitativo: l'ente sta pagando così in ritardo oppure semplicemente non presidia e non ha comunicato correttamente il pagamento? Ecco, la Campania sicuramente rappresenta un territorio dove c'è un ultimo scatto da fare e speriamo che oggi riusciamo a dare a dare positivamente questo messaggio».

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