Movida a Napoli, l'accordo nel comitato per l'ordine pubblico poi il dietrofront di de Magistris

Movida a Napoli, l'accordo nel comitato per l'ordine pubblico poi il dietrofront di de Magistris
di Giuseppe Crimaldi
Domenica 31 Maggio 2020, 09:30
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Nella guerra delle ordinanze c'è un soggetto terzo che in queste ore si sta spendendo con tutta la sua autorevolezza per stemperare i toni e svelenire l'ambiente: il prefetto di Napoli Marco Valentini tesse con pazienza (e qualche moderato ottimismo) la tela della mediazione tra il governatore Vincenzo De Luca e il sindaco Luigi de Magistris.

Sono ore decisive, queste, anche perché il tempo corre e occorre trovare la quadra tra i rispettivi arrocchi di Comune e Regione.
 

 

E dire che le cose sembravano aver preso il verso giusto solo poche ore fa. Riuniti a Palazzo di Governo venerdì mattina intorno al tavolo del Comitato per l'ordine e la sicurezza che lo stesso Valentini aveva voluto giustamente anticipare in considerazione del nuovo fine settimana a rischio assembramenti si erano accomodati, l'uno accanto all'altro, lo stesso primo cittadino e Fulvio Bonavitacola, vice di De Luca. La posta in gioco era alta: l'esito di quel vertice avrebbe dovuto garantire un risultato importante, il ripetersi di scene apocalittiche viste nella notte del venerdì precedente, quando i rischi legati al sovraffollamento negli spazi pubblici era plasticamente descritto dalle immagini del lungomare intasato di auto ancora alle quattro del mattino, o dei terminali della movida cittadina presi d'assalto da migliaia di ragazzi accalcati gli uni sugli altri, con bicchieri e bottiglie tra le mani (molti anche senza mascherine protettive).

Ebbene, fino alla fine del Comitato le posizioni di Regione e Comune, proprio grazie all'appello del prefetto, sembravano essersi finalmente avvicinate. Poi, però, nel pomeriggio qualcosa è andato storto nel dialogo proseguito a distanza, e quell'apparente armonia istituzionale era evaporata come etere all'aria. In quella che sembra una partita a scacchi, i due giocatori hanno costruito attorno al re una difesa coriacea e arcigna.
 

Ed è qui che rientra in gioco la figura del prefetto. Persona che può vantare un'autorevolezza costruita in decenni al Viminale: Valentini è stato infatti - fino alla nomina a Napoli - direttore dell'ufficio Affari Legislativi e Relazioni Parlamentari del Ministero dell'Interno, e prima ancora direttore a Palazzo Chigi dell'Ufficio legale della struttura di appartenenza.

Il prefetto di Napoli, che di legge ne mastica, sa bene quanto sia importante in questo momento riuscire ad avvicinare di nuovo i due contendenti. E si muove rispettando pienamente il proprio alto ruolo istituzionale, senza prendere posizioni ma con la consapevolezza che mai come in questo momento si debba agire in nome e per conto della cittadinanza, sempre più spesata (ma anche irritata) da questo continuo tira e molla di ordinanze che fanno a cazzotti tra loro. Può dunque un grumo, che è tutto politico, compromettere decisioni in una fase delicata come quella che stiamo attraversando dopo esserci lasciati alle spalle il lockdown? Certo che no. Sono in corso contatti.

Da uomo saggio e da autentico esperto di diritto il prefetto Valentini sa bene che questa sarà l'ultima mediazione possibile. Dopo, se i giocatori manterranno i loro arrocchi, la parola - inevitabilmente - passerà alla giustizia amministrativa. 

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