Giovedì 29 settembre dalle 19 «I Varcatuori» accoglie Elena Anticoli de Curtis per la presentazione del libro «Il Principe poeta – Tutte le poesie e le liriche di Totò». La figlia di Liliana de Curtis, e dunque nipote di Antonio de Curtis, sarà ospite della rassegna ideata da Vincenzo Imperatore che da aprile scorso, al Lido Varca d’Oro di Varcaturo, propone storie private, mémoire, autobiografie e romanzi. Questa volta il viaggio condurrà la platea appassionata di libri nella galassia emotiva di Totò, setacciando i suoi sentimenti, le sue vicende artistiche, le avventure femminili e la solitudine, il rapporto con la famiglia e con il mondo che aveva intorno. E si ascolterà la voce del Principe mentre recita le poesie che ha composto a metà del Novecento. «Un grande genio del teatro e del cinema italiano moriva nel 1967. A distanza di 55 anni, Totò è il nome con cui tutto il mondo lo conosce e lo ricorda. Un napoletano d’eccellenza, che ha vissuto nell’infanzia – nel suo rione nativo, la Sanità – le grandi difficoltà della miseria. Da sempre signore nell’animo, con sacrifici, capacità e testardaggine, è divenuto l’italiano più famoso al mondo. In vita pubblicò i propri versi nel 1964 col titolo della poesia sua più celebre: «'A livella». A questa, seguirono molteplici edizioni.
« Come nipote di Antonio de Curtis – racconta oggi Elena Anticoli de Curtis – nel 2018 ho sentito il desiderio di mettere mano ai suoi carteggi. Rileggendo la sua grafia, rigorosamente in punta di stilografica, e le note battute a macchina, mi sembrava di vederlo seduto al suo scrittoio, nel luogo della casa denominato «il Pensatoio». Qui era solito ritirarsi per scrivere, ascoltare la radio, leggere e registrare la sua voce al magnetofono geloso. Nonno ha scritto una settantina di poesie e una cinquantina di canzoni. Il mio intento era quello di stimolare il suo pubblico ad andare oltre l’immortale e bellissima «Malafemmena» e ad uscire dalla rosa delle poesie più note, per poter scoprire e innamorarsi di «Ludovico e Sarchiapone», «Che me manca», «Ricunescenza». Solo per citarne alcune a me più care.