«Mami, la amo, vamos a morir. Mami, la amo». Mamma ti voglio bene, stiamo per morire. Sono le 6.06 del mattino quando una ragazza di 28 anni invia questo drammatico messaggio vocale su Whatsapp alla madre. Attorno a lei si stanno alzando il fumo e le fiamme, si sono spente le luci, quella che prima era una discoteca che, anche a quell’ora, era vibrante di musica, luci, persone che ballavano, diventa una trappola. Mentre la ragazza registra il messaggio di addio, attorno si sentono altri che urlano: «Accendete le luci». «Mia figlia ha capito che non sarebbe riuscita a fuggire» scuote la testa il padre, Jairo, parlando con i giornalisti fuori dalla discoteca di Murcia dove sono già stati recuperati tredici cadaveri. «Non ci dicono niente, non sappiamo se c’è anche lei tra i morti, era venuta con il fidanzato». Il rogo di tre locali notturni in Spagna lascia un bilancio di dolore e domande. Tredici le vittime accertate, sedici i dispersi, quattro i feriti. Dei tredici corpi ritrovati, carbonizzati, solo tre sono stati identificati, per gli altri dieci sarà necessario il test del Dna. Questo fa dire al sindaco di Murcia, Josè Ballesta: «Tenendo conto dei tredici corpi e dei sedici mancanti all’appello, penso che i dispersi reali siano tre».
ALL’ALBA
Murcia, sud est della Spagna.
LA TRAPPOLA
Ripartiamo allora dal secondo piano della Fonda Milagros. Poco prima dell’incendio sui social vengono condivisi molti video. Musica latina, giovani e meno giovani che ballano, altri seduti ai tavoli che brindano, luci scintillanti. Quello che succede dalle 6 in poi è lasciato invece alle testimonianze: si comincia a sentire odore di fumo, qualcuno avverte il servizio d’ordine, altri si spaventano e si allontanano, ma inizialmente sembra una situazione gestibile. Si alzano le sirene dell’allarme anti incendio, ma si spengono tutte le luci e questo aggrava il pericolo. Si sentono urla. Chi è al piano terra può uscire, chi è sopra ma è vicino alle scale scende giù, magari illuminando il percorso con la torcia dei cellulari. In tanti però restano intrappolati sopra, a un certo punto gli uomini della security non lasciano risalire le scale a chi vorrebbe andare a salvare gli amici nella zona da cui la ragazza di 28 ha inviato il messaggio audio in cui dice alla madre che le vuole bene. Crolla il soffitto, le fiamme e soprattutto il fumo raggiunge anche le altre due discoteche attigue. Anche il Teatre è distrutto, verrà spiegato che non ci sono stati morti, anche se i vigili del fuoco non possono escludere che anche lì potranno essere trovati cadaveri.
Le ricerche sono complicate perché c’è il rischio di crolli. Spiegano subito dopo l’allarme dai servizi di emergenza della Regione di Murcia: «Sono andate sul posto diverse squadre dei vigili del fuoco di Murcia che stanno cercando di spegnere l’incendio e che hanno richiesto l’intervento dell’elicottero della Direzione generale della Sicurezza ed Emergenze». Fuori ci sono i parenti che aspettano. Poi vengono portati in un centro sportivo, ma per dare un nome e cognome a gran parte dei cadaveri servirà il test del Dna. A Murcia c’è anche una folta comunità di italiani, formata da studenti dell’Erasmus e persone che lavorano nel settore della ristorazione, ma difficilmente frequentano quest’area, preferiscono i locali del centro storico.
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