«Scuole da richiudere? il prefetto
e i sindaci ascoltino noi presidi»

«Scuole da richiudere? il prefetto e i sindaci ascoltino noi presidi»
Mercoledì 10 Febbraio 2021, 08:21 - Ultimo agg. 19:32
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Chiusura scuole e ritorno alla didattica a distanza saranno valutati da prefetto e sindaci in base al quadro epidemiologico locale. È quanto deciso ieri dalla Unità di crisi della Regione. «Auspichiamo scelte condivise con i presidi però», avverte Claudio Naddeo, portavoce provinciale dei presidi salernitani nonchè presidente Associazione nazionale presidi. Partirà a breve - fa sapere inoltre la Regione - la campagna vaccinale per i docenti. Nel Salernitano sono più di 9mila i docenti tra i 48 e i 50 anni da vaccinare e più di 200 i prof fragili (ben 48 a Salerno). 

«Bene l'inizio della vaccinazione per i docenti, era una nostra richiesta», continua Naddeo. Ma resta lo scetticismo per una possibile chiusura delle scuole superiori dopo nemmeno due settimane di lezione in presenza. Intanto sempre tra i presidi a circolare nelle ultime ore è il dibattito sul prolungamento del calendario scolastico per il recupero delle lezioni perse, come trapelato tra i punti nell'agenda del premier incaricato Mario Draghi. «L'ipotesi di rimodulazione dell'anno scolastico non è da sottovalutare - aggiunge Naddeo, preside del Convitto-Trani - però sono errate le premesse, perché dire che adesso noi dobbiamo prolungare l'anno scolastico per il tempo perso sembra voler suggerire che i docenti non abbiano lavorato. E non è così. Se invece si pensa alla riconsiderazione dell'anno scolastico dando uno sguardo agli altri paesi europei, forse allora il momento è propizio - osserva Naddeo - Il mese di settembre potrebbe essere utilizzato interamente per la progettazione didattica e gli incontri collegiali e per un recupero non frettoloso per alunni con svantaggi e difficoltà di apprendimento». «Bisogna premettere - dice Mimì Minella, portavoce dei presidi area sud del salernitano nonchè preside del Parmenide di Roccadaspide - che i docenti e gli alunni non sono stati fermi in tutti questi mesi di sospensione didattica.

Si è fatta di necessità virtù. La scuola tutta - aggiunge Minella - dai dirigenti, ai docenti, al personale Ata è pronta a dare il proprio contributo alla Nazione. Il personale docente non si è sottratto e non si sottrarrà al proprio dovere di educatore, perché l'Italia ha bisogno del suo lavoro, così la libertà diviene responsabilità collettiva. La scuola si adegua, portando idee semplici, con umiltà e nella consapevolezza che saranno realizzate se sono buone». Più scettica Ester Andreola, preside del liceo artistico Sabatini Menna, sulla rivoluzione del calendario. «Le scuole hanno, comunque, lavorato in Dad e ricordo che a giugno abbiamo anche gli esami di stato - ricorda Andreola - con impegni dei docenti incaricati. Bisogna verificare le effettive proposte e la fattibilità».

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Le fa eco Anna Laura Giannantonio, preside del liceo Da Procida. «Sinceramente mi viene spontaneo chiedermi che senso abbiano avuto tutti questi mesi in cui si è ricorso a didattica a distanza e didattica integrata a garanzia del diritto allo studio degli studenti. Non mi sembra che i docenti abbiano perso tempo nel periodo dell'emergenza Covid, anzi...», sostiene Giannantonio. Barbara Figliolia, preside del liceo Severi, boccia il prolungamento dei giorni di scuola a fine giugno o inizio luglio. «Non concordo - ammette Figliolia - è come sminuire il lavoro egregio che stanno portando avanti docenti e studenti sin dall'inizio della pandemia. La scuola non si è mai fermata». Ma il picco di contagi avvicina anche il rischio di un nuovo stop alle lezioni in presenza. Il prefetto e i sindaci valuteranno eventuali ritorni alle lezioni a distanza. «Il criterio territoriale è la via più equilibrata, sperando sempre in uno stretto contatto tra i vari attori - rimarca Naddeo, presidente Associazione presidi - Vorremmo essere sentiti per valutare insieme i provvedimenti». I presidi restano convinti che le superiori debbano restare aperte. «Se la situazione sanitaria è critica - sostiene Andreola - allora dovranno agire anche in altri settori, non solo chiudendo le scuole. Nonostante le difficoltà la scuola in presenza è fondamentale». 

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