«La tutela dei più deboli è da sempre considerata dalla Chiesa parte integrante della sua missione. Papa Francesco ha detto che “la vaccinazione è un atto d’amore per sé e per gli altri, in particolare a vantaggio dei più deboli, la cui salute è più fragile per malattie o condizioni preesistenti o per età e attività professionali”». Monsignor Orazio Soricelli, arcivescovo di Amalfi-Cava de’ Tirreni, apre con questa premessa un documento nel quale, in sei punti, richiama all’osservanza rigorosa di alcune misure di sicurezza indispensabili a prevenire il contagio da Covid 19 durante le celebrazioni o nelle ordinarie attività delle parrocchie.
Alle norme ormai abituali - distanziamento interpersonale, uso della mascherina, igienizzazione delle mani - si aggiunge l’obbligatorietà nell’utilizzo della mascherina Ffp2 qualora, pur avendo ricevuto la terza dose di vaccino o la seconda da meno di quattro mesi, si sia entrati in contatto con un positivo e si sia effettuato un tampone con esito negativo. È un aspetto essenziale in cui l’arcivescovo ricorda quanto indicato dal decreto legge del 30 dicembre scorso in merito alla quarantena preventiva. Nel secondo punto, monsignor Soricelli si rivolge a sacerdoti, diaconi e religiosi che operano nel territorio diocesano chiedendo «in maniera esplicita e vincolante in coscienza, alla luce di quanto il Santo Padre ci ha indicato, di sottoporsi alla vaccinazione per tutelare se stessi, gli altri e in particolare i fragili».
Il 4 gennaio scorso, l’arcivescovo Andrea Bellandi aveva disposto che, nel territorio di Salerno-Campagna-Acerno, sacerdoti, diaconi e ministri non vaccinati non distribuissero l’Eucarestia durante le celebrazioni.