Silvio Berlusconi, dagli esordi come imprenditore fino alla Presidenza del Consiglio (per quattro volte)

di Stefania Piras
Lunedì 12 Giugno 2023, 10:40 - Ultimo aggiornamento: 14 Giugno, 09:16 | 2 Minuti di Lettura

La diretta fai da te, il sistema delle videocassette e poi i decreti Craxi

Film hollywoodiani a go go, il catalogo delle pellicole Titanus è interamente saccheggiato e proposto ai telespettatori, e poi ancora: telefilm, soap opera, cartoni animati. Berlusconi diventa Sua Emittenza e contrappone un tipo di intrattenimento completamente nuovo fondato sull' "Allegria!" di Mike Bongiorno e contrapposto alla tv di stato, istituzionale e di gran lunga più pedagogico. Ma non può ancora trasmettere su scala nazionale. Eppure trova un modo per aggirare le regole e dare l'assalto alla Rai.

Avendo acquistato tante piccole tv locali organizza un sistema di trasporto con furgoni, auto, treni per portare la stessa videocassetta masterizzata in tutte le emittenti. La fa mandare in onda nello stesso preciso momento in tutte le tv dando così l'illusione di un canale nazionale. Negli anni Ottanta espande il suo impero televisivo acquistando per 32 miliardi Italia1 dall'editore Rusconi. Nel 1984 compra pure Rete4 dalla Mondadori per altri 135 miliardi. Arrivano format ghiottissimi per i cinefili come "I Bellissimi" annunciati da Emanuela Folliero. E pazienza se sono interrotti dalla pubblicità. Arrivano i Telegatti e Dallas, che sulla Rai non va mentre sulle reti commerciali è un successo.

I decreti per trasmettere su scala nazionale

E nel 1985 le sue tv ricevono un'investitura ufficiale (e legale): il governo Craxi emana un decreto che permette alle sue tre reti di trasmettere su scala nazionale. Nel 1990 arriva una legge più organica, la legge Mammì, che di fatto legalizza il suo impero. Quella legge provoca un'ondata di sdegno che porta alle dimissioni di ben cinque ministri, tra cui l'allora ministro dell'Istruzione e attuale Capo dello Stato Sergio Mattarella.

Il tycoon non si ferma (Fininvest è il terzo gruppo privato italiano dopo la Fiat e la Ferruzzi-Montedison) e lui si lancia anche sul prestigioso mercato della carta: negli anni Settanta entra come azionista ne Il Giornale di Indro Montanelli. Nel 1986 nello stesso giorno acquista il Milan e vola in Francia per la presentazione del suo canale francese: La Cinq. Nel 1989 scoppia la battaglia con De Benedetti per la Mondadori. Finisce con Berlusconi cui va la Mondadori, e con Carlo De Benedetti a cui va il gruppo Espresso-Repubblica.

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