Renato Zero: «Con Loredana Berté capitolo chiuso. E l'amore e il sesso devono essere liberi»

Renato Zero 2020
Renato Zero 2020
di Federico Vacalebre
Sabato 31 Ottobre 2020, 19:43 - Ultimo agg. 20:15
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Ed ecco «Zerosettanta - Volume due», in attesa che il 30 novembre si concluda la trilogia, ben 40 inediti, voluti da Renato Zero per celebrare-esorcizzare i suoi 70 anni, compiuti il 30 settembre. Dove il primo volume era un disco in qualche modo d'amore, per il pubblico e per se stesso compresi, questo è un disco più irriverente, cattivo, arrabbiato, «di protesta» dice lui, anche se ci sono inni panteistici («Il grande incantesimo») e dediche alle nipoti Virginia e Ada («La mia carezza»). 

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Dopo la polemica con Achille Lauro che ha accompagnato il lancio del primo «Zerosettanta», con chi ce l'hai in «Troppi cantanti pochi contanti», divertentissima grazie anche alle voci dei Neri per Caso?
«Con nessuno, ma vorrei davvero che chi prenderà il mio posto abbatta tabù e si impegni di più.

Questo è un duro mestiere, rende sempre meno e non serve nemmeno a rimorchiare più. Meglio che lo faccia chi... ha qualcosa da dire. Altrimenti, è più onesto un impiego modesto».

«Sono io il vero camaleonte che ammalia e confonde, non ne fanno più. Sempre io che ho giocato con il fuoco e l'ho addomesticato», canti. Non è che c'è ancora Achille Lauro nel mirino?
«Non è facile trovare un posto al sole per l'esercito di cantanti che avanza. Che poi che cantanti sono quelli con l'autotune?».

«Vergognatevi voi», scritta con Phil Palmer, è un j'accuse, quasi la tua «Povera patria»: «Nel profitto non c'è Dio/ chi sguazza nel potere poi/ porta a casa sempre il suo./ Vergognatevi voi, esattori del mai... È la solita minestra di ministri e utopie...». Arrivi a invocare «uno splendido tsunami». Neogrillino? Populista? Soffi sul fuoco?
«Io al mercato ci vado, alla politica e ai politici assegno il compito di occuparsi della gente, della nazione, del Belpaese che stanno conciando malissimo. L'Italia è diventata un campo di battaglia, devastata dal virus come da chi dovrebbe combatterlo. Io, intanto, come sempre, sto con i disagiati, gli emarginati, chi paga più caro il prezzo di questo momento. Dopo aver cantato Troppi cantanti pochi contanti forse dovrei intonare Troppi partiti pochi pentiti. Chi ci governa, ad ogni livello, pensa a se stesso, non a noi».

In «Non è amore» invochi il primato di un sentimento «libero da ogni vincolo e ogni Dio»: «Non è amore l'importanza di un rituale, un anello all'anulare o poco più». D'accordo con la svolta del Papa a favore di una legge sulle unioni gay?
«Non si può non essere d'accordo con Francesco. Non voglio che accada più a nessuno, com'è successo a me, che ti vengano fatte le risonanze magnetiche per capire cosa hai nelle mutande».

Il tango di «In manette l'astinenza», composto con Adriano Pennino, è un inno alla sana e consapevole libidine, Renato. Benedici il bondage, esigi il diritto all'ammucchiata: «Perché tornare così grezzi e bigotti/ perché nascondere poi una sessualità/ discriminare chi è, molto più onesto di te?... Anche il piacere ha diritto ed esige rispetto... In galera l'astinenza». È tornato lo Zero trasgressivo di «Madame», «Mi vendo», «Il triangolo»?.
«Lo Zero trasgressivo non se n'è mai andato, non ha mai sopportato censori e puritani. E sa che l'amore è una cosa più grande del rito nuziale, che il sesso deve restare libero: padrone in casa mia, no?».

Ma «Zerosettanta» approderà mai su un palco?
«Penso, a pandemia passata, speriamo il prima possibile, a uno show in cui rileggere il mio repertorio, con amici come D'Alessio, Ranieri, Bocelli, Biondi, Tosca: con loro abbiamo già fatto cose preziose».

All'elenco manca la Bertè.
«No, lei non ci sarà».

Loredana ha compiuto 70 anni solo dieci giorni prima di te. Vi siete almeno scambiati gli auguri?
«Ce ne siamo fatti così tanti di auguri in passato che coprono anche gli anni a venire».

Sono 5 anni che avete rotto. Da quando lei disse: «Penso che Renato mi abbia usato per l'intero arco della nostra amicizia. Non faremo più pace. Non lo perdono».
«Quello che avevamo da dirci ce lo siamo detti in 35 anni di amicizia. Ormai abbiamo preso strade diverse, lei vive la sua vita e io la mia. È giusto così».

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