«Mare fuori» musical: l'urlo, la realtà, il sogno

Gran debutto al teatro Augusteo per la regia di Alessandro Siani

«Mare fuori» musical da sogno al teatro Augusteo
«Mare fuori» musical da sogno al teatro Augusteo
Federico Vacalebredi Federico Vacalebre
Sabato 16 Dicembre 2023, 07:00 - Ultimo agg. 21:09
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Condensare tre stagioni di una serie di straordonario successo come «Mare fuori» in un musical non è semplice, si finisce - la battuta è del regista, sceneggiatore, ideatore, deus ex machina dell'indovinata operazione, Alessandro Siani - per mettere in piedi «un sequestro di persona». Quasi tre ore per il debutto l'altra sera all'Augusteo, qualcosa andrà tagliato, affinato, messo a punto. Il materiale è tanto, come i morti lasciati a terra, come le emozioni chiamate in campo, come i protagonisti in scena, ventidue. E importante è sicuramente anche l'investimento produttivo di Best Live.

La storia è quella, nota, dell'istituto minorile di Nisida, dove si riflette lo scontro esterno tra i Ricci e i Di Salvo: i rampolli dei due clan, Sofia (Maria Esposito come nella serie tv) per i primi, Carmine o piecoro (Mattia Zenzola da «Amici») per i secondi, si affrontano a muso duro, si sfidano, si innamorano fino a ritrovarsi - letteralmente - su di una nuvola e rinnegare il Sistema di cui sono figli in ogni senso. La love story - ce n'è anche una gay - e le battute comiche di calco sianista alleggeriscono l'atmosfera, ma non pretendono di stemperarla più di tanto, vista la mattanza in atto e la drammaticità del racconto, anche se Beppe, l'educatore interpretato da Andrea Sannino, e lo staff dell'ipm ce la mettono tutta per dare a quei «ragazzi interrotti» ancora una speranza, compreso il tentativo di comporre una canzone insieme o di mettere in scena un testo non certo casuale come I promessi sposi.

Più duro e spietato di «C'era una volta...

Scugnizzi», «Mare fuori» paga pegno a una sceneggiatura (di Siani con Cristiana Farina e Maurizio Careddu) troppo corposa, ad un eccesso di scene e di «bui», ma sa evitare sia il gomorrismo che il buonismo nel rappresentare una realtà che potrà non piacere ma è, appunto, una realtà: non si confonda il barometro che segna la tempesta in arrivo con una causa della stessa. La redenzione è cercata, come l'amore, ma è di difficile, difficilissimo, raggiungimento: ci sta o mare for, certo, ma fuori ci stanno soprattutto le insidie della malavita (tutto comincia con una baby gang) e le prospettive di una cattiva vita.

Sannino ormai è più che a suo agio in scena come attore, oltre a far sfoggio della sua vocalità carnale, tra brani del suo repertorio e inserimenti indovinati di Pino Daniele (l'inedito «Sud scavame a fossa» in cui si insinuano anche citazioni carosoniane) e Antonio Sorrentino («'Nu penziero» arriva nella scena di una quasi overdose nei cessi). Maria Esposito è credibilissima nei suoi accessi di rabbia, nelle sue esplosioni violente: brava. Giulia Molino (ancora «Amici») è Crazy J e intona «Origami all'alba», mentre Angelo Caianiello interpreta Cardiotrap in una colonna sonora urban ma non solo, che arruola anche Liberato. Da citare ancora almeno Giulia Luzi (la direttrice), Antonio Orefice (Totò Ascione), Giuseppe Pirozzi (Micciarella), Enrico Tijani (Doberman), Antonio D'Aquino (Milos), Carmen Pommella (Nunzia), Yuri Pascale Langer, Antonio Rocco...

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Inutile dire che le canzoni, ed i protagonisti originali della serie tv sono accolti in scena dall'entusiasmo dei giovani fan. Una volta rodato, lo show sarà pronto per una lunga tenitura: a Napoli sino al 6 gennaio, già quasi tutto sold out, per poi andare in tour toccando Ragusa, Reggio Calabria, Cosenza, Torino, Parma, Milano, Assisi, Bari, Roma, Avellino, Bologna. 

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