Dopo sei anni di Turris, vissuti tutti in prima linea al fianco del presidente Antonio Colantonio, è arrivato il momento dei saluti per Rosario Primicile. «Non è un addio alla Turris, ma la fine di un ciclo», ha però tenuto subito a precisare. «Cosa succede adesso? Comincia un altro ciclo. Non so dove, non so con chi. È presto per dirlo».
In attesa che il futuro assuma contorni più chiari, si chiudono intanto sei anni di Turris per Primicile, culminati nella recente gioia per la salvezza che nemmeno i ricorsi ancora pendenti di Viterbese e Monterosi riescono a scalfire (granitiche le certezze del club rispetto all’esito dei giudizi ormai prossimi alla decisione): «La Turris è salva, non mi preoccupo dei playout.
Una salvezza passata anche per momenti parecchio complicati, culminati nella rovente contestazione del Liguori – anche – nei suoi confronti: «La contestazione non ha minimamente condizionato questa decisione. Anzi, paradossalmente mi ha dato la forza per andare avanti ancora più deciso. Ringrazio perciò chi ha sostenuto e soprattutto chi non lo ha fatto. Questo però è per me il momento dei ringraziamenti. Ringrazio tutti quanti hanno contribuito a costruire negli anni qualcosa di così importante, perché siamo sempre stati una squadra: dallo staff societario, tecnico e sanitario, all’area comunicazione e marketing, passando per calciatori, magazzinieri, responsabili della sicurezza e del settore giovanile. Tra mille difficoltà siamo riusciti a realizzare i nostri obiettivi, tutti insieme. L’emozione più grande? La vittoria del campionato della formazione Primavera».
Quindi una rapida carrellata delle tappe più significative che hanno scandito gli ultimi sei anni: «Dall’acquisizione del club a 24 ore dalla scadenza dei termini per l’iscrizione, poi il playout con l’Aversa Normanna, che ha dato l’avvio ad un continuo crescendo. Il secondo posto alle spalle del Bari, battuto al Liguori, poi la promozione in C e i record di imbattibilità, la vittoria al Barbera, gli storici playoff dello scorso anno, i complimenti di Ghirelli. Quest’anno potevamo fare di più, ho commesso tanti errori, ma ci sono stati anche raggi di sole, come la vittoria in casa della Juve Stabia e quella di Avellino. Riqualificare il Liguori è stata però una delle vittorie più belle».
In attesa delle pronunce di Collegio di Garanzia presso il Coni e Corte Federale d’Appello, che chiuderanno anche formalmente il discorso salvezza, per la Turris è adesso tempo di pensare al futuro. Con o senza Colantonio? Tutto è ancora possibile. Sono in corso interlocuzioni per un’eventuale cessione del club ma non è affatto da escludere che l’imprenditore continui a restare alla guida della Turris, a condizione però d’esser affiancato da un socio importante. Colantonio, insomma, non resterebbe al comando senza un sostegno corposo da parte di altra forza imprenditoriale, così come non appare ipotizzabile una sua permanenza nella compagine societaria quale socio di minoranza; piuttosto, l’attuale patron si limiterebbe ad una sponsorizzazione. «Se dovesse continuare l’era Colantonio – la conclusione di Primicile – vedremo il da farsi: ascolterei il presidente se mi chiamasse, così come ascolterei eventuali proposte da altre società».