Napoli-Milan 0-4, la pagella: Anguissa fa fatica, si salva solo Politano

Il mediano camerunense non regge la pressione di Tonali

Zambo Anguissa e sandro Tonali
Zambo Anguissa e sandro Tonali
Giuseppe Taorminadi Pino Taormina
Domenica 2 Aprile 2023, 23:30 - Ultimo agg. 3 Aprile, 18:31
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Se era l’antipasto della Champions, l’olivetta e la tartina sono andate di traverso. Quattro gol incassati, in realtà, somigliano a una indigestione. Ma conta la classifica: +16 dalla Lazio, +20 dal Milan. Ma di che parliamo? È un avvertimento per i quarti di Champions: non sarà facile. Ieri con la vecchia e cara difesa a 4, il Milan si è regalato una serata da orizzonti di gloria.

Male, malissimo gli azzurri. Si salva giusto un poco Politano ma poi è un tracollo totale. Il Napoli cade a centrocampo, dove perde ogni duello possibile e immaginabile. Era senza Osimhen, che è un alibi non di poco conto e serve per capire che in Champions sarà ben altra faccenda. Occhio ai segnali di ieri sera: la battaglia di centrocampo, l’aggressività dei rossoneri ha sbranato Zielinski, Lobotka e Anguissa. 

 

5 Meret

Tradito da un intero reparto non ha avuto colpe né fortuna sui gol.

Diaz gli calcia un tiro velenoso (3’) ma lui è piazzato bene. Sui gol non sembra mai colpevole di nulla, appaiono tutte conclusioni imprendibili, ma qualcosa in più pure poterla fare. Fa qualcosa di buono per evitare la cinquina. 

4,5 Di Lorenzo

Leao passa alla storia per essere il primo ad averlo messo alle corde negli ultimi anni, colpendolo in ogni parte del corpo: costretto agli straordinari perché, al solito, il capitano gioca anche spalle alle punte, buttandosi in mezzo al campo ma sono lussi che non può prendersi. 

5 Rrahmani

Leao spunta con freddezza e in velocità dalla parte opposta da dove uno se lo aspetta. ovvero da destra e non da sinistra. Lui è uno di quelli che trema di meno nel primo tempo, prova a rendersi prezioso in qualche mischia, ma non ha la bacchetta magica. In affanno come mai prima di ieri. 

5 Kim Min-Jae 

Giroud gli va addosso ogni volta che ha il pallone. Poco preciso, non devastante come gli succede sempre, va a vuoto inseguendo il pallone e senza riuscire ad arginare l’avanzata massiccia dei rossoneri. Suo sfortunato tocco che spiazza Meret sul 2-0 del Milan.

4,5 Mario Rui

Brahim Diaz si libera con uno gioco di prestigio di lui e di Lobotka per sfuggire via e servire l’assist dell’1-0. E’ da solo sul secondo palo sul 2-0 rossonero e si perde di nuovo Diaz. Vero, combatte, si agita, ma ci vuole disciplina e senso dell’attenzione che stavolta non ha. 

4 Anguissa

Fa fatica a contenere Tonali, poco coinvolto nel gioco, sempre per conto suo e per nulla collaborativo. Apatico. Sul secondo gol fa andare via Leao con facilità da uno capitato lì per caso. Nessuna traccia: sparisce fin dal primo pallone, avrebbe dovuto fare da play ma non riappare mai nella partita. 

4,5 Lobotka

Bennacer è come il francobollo sulle belle cartoline di una volta. Lo annulla. Qualche volta proprio l’instancabile Tonali si alterna a seconda di dove sta. Forse era l’unico votato ad una gara decente, ma attorno è franato tutto, e con la rumba che i rossoneri hanno scatenato, va a picco. 

4,5 Zielinski

Diaz lo fa ammattire perché gli spunta alle spalle, Krunic crea spesso superiorità e lui è nella serata bella statuina.  Fin dai primi passi si muove male, senza logica, poi pare avere qualche sussulto. Ma Si fa rubare una palla banalmente da Tonali che azione il gol del 3-0.

6 Politano

Grinta, corsa, coraggio, magari non sempre preciso anche perché fa i conti con Theo Hernandez. Prende botte di ogni tipo, insultato per i trascorsi all’Inter dei mille tifosi rossoneri e questo gli dà uno sprint in più: a lungo tra i pochi a salvarsi. Poi anche lui si fa trascinare nella disfatta. 

5 Simeone

Brucia Tomori ma la sua conclusione è altissima (7’) ma poi il rossonero lo anticipa sempre. Non sanno mai come servirlo, non arriva mai un pallone come vorrebbe lui. Non c’è Osimhen, e lui non gli somiglia per nulla. Normale che impazzisca alla ricerca di una palla degna di questo nome.

5 Kvaratskhelia

Va via giusto un paio di volte a Calabria ma la gabbia viene completata da Krunic che, nel caso, gli spunta addosso nel nome del mutuo soccorso. Imballato, con poca fantasia, ripetitivo nel gesto e nel movimento. Appare per certi versi anche poco brillante, forse anche lui scarico. 

5,5 Elmas

Si piazza là nel mezzo perché dovrebbe alternarsi con Ndombele nel ruolo di play: quelli del Milan, nel frattempo hanno allentato la morsa letale, non aggrediscono più. Ma neppure gli azzurri hanno la forza nella mente per pensare che si possano ribaltare certi andazzi negativi.

5 Ndombele

Serve forza, ma ci vorrebbe anche un po’ di voglia. Ma che voglia ci può esserci quando si entra in campo sotto di 4 gol in casa. La capolista se ne va lo stesso, lui ci mette un po’ di sostanza, null’altro. Il dominio milanista è assoluto e non può essere certo lui a cambiare le carte sul tavolo.  

5 Lozano

Entra quando tutto è ormai compiuto: si piazza sull’esterno del campo di un tridente che già in condizioni normali non era mai riuscito a creare dei rischi veri per la porta di Maignan: lui fa il solletico ma non ha neppure senso sbattersi più di tanto dopo un capitombolo di questo genere. Qualche spunto lo ha. 

sv Raspadori

Gioca gli ultimi 15 minuti ed è il segnale che è tornato dopo lo stop per infortunio. Per questa fase finale serve la sua scaltrezza: non ha spunti, non ha inventiva, anche lui ha quasi l’orologio al polso in attesa del fischio finale. A Lecce troverà un posto da titolare, in attesa del ritorno di Osimhen. 

sv Juan Jesus

Ha appena firmato il rinnovo e non è il modo migliore per festeggiare altri due anni qui: forse anche lui entrerà nel turnover del prossimo turno perché i segnali di arrivo sono chiaramente di stanchezza, forse anche mentale, da parte di qualcuno dei calciatori più utilizzati fino ad adesso. 

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