Benevento, arrestato imprenditore: in cella con l'accusa di aver fornito «toner contraffatti»

La misura nei confronti del 44enne

Nel mirino forniture di toner "fuorilegge"
Nel mirino forniture di toner "fuorilegge"
di Enrico Marra
Martedì 16 Gennaio 2024, 20:20
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È accusato di aver fornito toner contraffatti al Comando legione carabinieri del Piemonte e per questo, nei suoi confronti, è scattata l'ordinanza, emessa dal gip del Tribunale di Torino, che lo ha «spedito» nel carcere di contrada Capodimonte. Si ipotizzano i reati di «associazione per delinquere, turbativa d’asta, frode nelle pubbliche forniture e contraffazione». L'arrestato è Carmine Aversano, 44 anni, beneventano, ritenuto amministratore di fatto di una società che opera nel settore delle forniture di materiali per uffici. Nell'indagine risultano indagate, a vario titolo, anche altre sei persone, che sono rimaste a piede libero: A.F., una 42enne, F.A., 39 anni, M.C., 37 anni, G.R., 36 anni, di Benevento, A.I., 48 anni, di Pietradefusi, e L.R., 50 anni, residente in provincia di Catanzaro.
Secondo l'accusa, la società di Aversano prendeva parte a un affidamento diretto per una fornitura di 1.540 cartucce toner e tamburi drum di «tipo originale» alla legione carabinieri Piemonte e Valle D'Aosta, offrendo il materiale a un prezzo nettamente inferiore alle altre ditte che avevano partecipato, inducendo dunque in errore la stazione appaltante e ottenendo una somma di 183.993,50 euro. Ma stando a quanto accertato, i toner e i drum erano contraffatti. Il tutto risale a un periodo che va dal maggio del 2022 al marzo del 2023. Sempre secondo l'accusa, Aversano avrebbe preso parte anche alla procedura per una fornitura di ottocento tamburi drum di «tipo originale» presso l'azienda ospedaliera «Moscati» di Avellino, offrendo anche in questo caso la merce richiesta a prezzi altamente competitivi, per un totale di 69mila euro. Secondo l'accusa, per farlo si sarebbe proceduto alla contraffazione dei marchi che venivano apposti sugli scatoli degli imballaggi per far apparire la merce come realmente prodotta dalla ditta indicata nell’affidamento dell'appalto, avvalendosi della collaborazione di altre persone, che adesso figurano nell’elenco degli indagati.  Ma gli accertamenti dei carabinieri hanno constatato che il materiale non riportava i loghi conformi a quelli adoperati dalla ditta che produce i materiali originali.

Nei mesi scorsi, inoltre, era stato anche disposto un sequestro di beni, sempre dalla magistratura di Torino, ma il Tribunale del Riesame aveva poi annullato il provvedimento. L'arrestato e gli indagati beneventani sono difesi dall'avvocato Antonio Leone.

Aversano, intanto, sarà interrogato per rogatoria presso il carcere cittadino.

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