Covid a Benevento, un morto
ma cala il numero dei ricoverati

Covid a Benevento, un morto ma cala il numero dei ricoverati
di Luella De Ciampis
Mercoledì 9 Dicembre 2020, 08:54 - Ultimo agg. 19:42
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Ancora una giornata di tregua per quanto riguarda gli accessi per Covid al pronto soccorso dell'ospedale Rummo dove, ormai da qualche giorno, sembra essere tornata una relativa calma, dopo due mesi di attività convulsa e di superlavoro per il personale sanitario. Infatti, si è placato l'andirivieni convulso di ambulanze in partenza e in arrivo al pronto soccorso, assediato anche da sei ambulanze in attesa per alcune ore, nei giorni peggiori di novembre. È, invece, calato a 67 il numero dei pazienti sanniti ricoverati, cui si aggiungono otto persone provenienti da altre province, per un totale di 75 pazienti in degenza nell'area Covid, in cui, ieri, si sono registrate tre dimissioni e un decesso. 

A non farcela, un 79enne di Limatola ricoverato nel reparto di Terapia intensiva Covid. Sono 138 i decessi dall'inizio della pandemia, 112 da agosto (83 i sanniti). C'è una netta diminuzione anche dei positivi emersi dall'analisi dei tamponi processati nei laboratori dell'azienda ospedaliera. Infatti, dei 162 tamponi esaminati ieri, solo 14 rappresentano nuovi casi di Coronavirus. Sono 53 i nuovi contagi registrati dal report quotidiano dell'Asl per un totale di 2846, contro 37 guariti che fanno innalzare a quota 1408 il numero complessivo delle guarigioni. Insomma, ci si sta avviando faticosamente alla fase calante della pandemia nel Sannio, nonostante i dati riferiti nella giornata di lunedì dalla fondazione Gimbe, relativi al trend della pandemia nella settimana appena trascorsa, classificano ancora la provincia di Benevento come quella con l'indice più alto di contagio in Campania. In realtà, i segnali di una lenta battuta d'arresto del Covid, sono testimoniati dai piccoli passi avanti compiuti negli ultimi giorni.

Sebbene nelle ultime settimane ci sia stata un'escalation di decessi al Rummo, i ricoveri sono calati sensibilmente rispetto ai circa 110 rimasti quasi invariati o soggetti a minime flessioni, per tutto il mese di novembre. 

Un elemento, questo, che trova conferma nella scarsità di nuovi accessi alle cliniche private che erano entrate in campo per alleggerire la pressione sul Rummo, che, allo stato attuale, sono praticamente nulli. C'era stata una mobilitazione generale, in diversi ambiti, sia sanitari che istituzionali, per favorire l'ingresso delle cliniche private del territorio nella presa in carico dei pazienti Covid che non potevano rimanere in isolamento domiciliare ma che non erano in condizioni così gravi da richiedere il ricovero negli ospedali Covid.

La casa di cura «San Francesco» di Telese Terme, che dispone di 60 posti letto, è rimasta con 12 pazienti in degenza ai quali, con molta probabilità, non se ne aggiungeranno altri anche perché la Regione, nei giorni scorsi, ha sospeso il trasferimento dei pazienti a bassa intensità di cura nei centri abilitati ad accoglierli. Mentre, la clinica Gepos, pur risultando tra le strutture accreditate dalla Regione, non è mai partita con l'accoglienza. Contestualmente, i 15 posti letto attivati in un intero reparto di «Villa Margherita» giovedì della scorsa settimana, sono rimasti vuoti. In realtà, nella struttura di contrada Piano Cappelle, su cui ancora pendono le indagini della Procura avviate in seguito al gran numero dei decessi registrati nel corso della prima ondata della pandemia, erano stati destinati due interi piani per la degenza di pazienti Covid di bassa e media intensità di cura, per un totale di 60 posti letto. In questo momento, non c'è richiesta. E questo è l'altro segno tangibile, insieme alla diminuzione dei pazienti in regime di ricovero nell'area Covid del Rummo, del calo drastico dei ricoveri.

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Nelle ultime due settimane sono aumentate anche le guarigioni, sia in ospedale che sul territorio dove è capitato, almeno in due occasioni, che il numero dei guariti superasse di gran lunga quello dei positivi. Rimane ancora il nodo dei decessi che, fatta eccezione per qualche giorno in cui si registrano brevi tregue, sono ancora molto numerosi, seppure riferiti a pazienti ricoverati quando la seconda ondata della pandemia era in pieno picco.

Un bilancio pesantissimo, quello degli ultimi 40 giorni in cui, alle vittime del Covid in età avanzata si sono aggiunti i decessi di sei giovani uomini in una fascia di età compresa tra i 37 e i 55 anni. Un triste elenco di cui fa parte Gianluca Mannato, l'architetto e giornalista 44enne ricordato ancora ieri in un post dal sindaco Clemente Mastella. «Il ricordo che ho fatto di Gianluca scrive e la sua foto con me, ha totalizzato 65.0000 visualizzazioni e migliaia di like. Erano davvero tanti a volergli bene. Ho telefonato al padre di Gianluca per portarlo a conoscenza di questa commovente testimonianza d'affetto».
 

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