Sassinoro, liquidi e schiuma dal tombino: torna la paura dei veleni

La denuncia arriva dal comitato civico «Rispetto e tutela del territorio»

I liquami segnalati dai cittadini
I liquami segnalati dai cittadini
di Luella De Ciampis
Giovedì 4 Aprile 2024, 08:38
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«Ci chiediamo se la salute pubblica sia veramente salvaguardata». Così il comitato civico «Rispetto e tutela del territorio» nel commentare la fuoriuscita di sostanze liquide e schiumose che vengono fuori dal tombino a pochi metri dall'impianto di compostaggio di Sassinoro e percorrendo un tragitto di circa un chilometro, si perdono nei campi circostanti.

«Non riusciamo a capire – scrive l'associazione in un post sulla sua pagina facebook – se la “cosa” pubblica sia di tutti oppure se sia privilegio di pochi e se i beni pubblici siano da considerare realmente beni inalienabili e patrimonio del popolo.

Da anni stiamo denunciando pubblicamente quanto sta accadendo nel nostro territorio per mettere in moto una macchina che poi puntualmente rimane ferma. Adesso noi abbiamo di atti istituzionali mirati e definitivi, in grado di mettere in sicurezza le nostre aree e di porre fine ai disagi della gente che in quei campi ci abita. L'acqua putrida continua a uscire sempre, anche quando non piove per settimane e ne sono al corrente tutti perché abbiamo inoltrato denunce in tutte le sedi istituzionali senza ottenere risposta. In più occasioni sono stati effettuati i prelievi del liquido proveniente dai tombini sia dal nostro comitato che dal Comune. I valori sono risultati ben oltre la norma ma, comunque non si prendono provvedimenti al riguardo».

A maggio del 2023 Ida Santanelli, consigliere di minoranza del Comune di Sassinoro, in seguito alle reiterate segnalazioni che aveva ricevuto dai cittadini in merito alla fuoriuscita di acque reflue, schiuma bianca e persistente cattivo odore nell’area Pip, lungo la strada di contrada Pianelle, in prossimità del sito, aveva inoltrato in Comune un'interrogazione a risposta scritta al sindaco per conoscere l’esito delle analisi dei campioni d’acqua fuoriusciti dalla rete idrica e fognaria, commissionate dall’amministrazione comunale ad aprile 2023.

Nell'interrogazione aveva sollecitato il primo cittadino a monitorare e verificare il corretto funzionamento dell’impianto affinché venissero rispettate tutte le prescrizioni richieste nel decreto di autorizzazione rilasciato dalla Regione Campania alla società realizzatrice. Inoltre, aveva chiesto all’amministrazione quali provvedimenti intendesse adottare per prevenire eventuali danni alla salute dei cittadini, dell’ambiente e del territorio, a cominciare dalla salvaguardia della salubrità della falda acquifera che, peraltro alimenta la diga di Campolattaro, inserita tra le opere strategiche finanziate dal Pnrr, tenendo conto anche dell’alta sismicità e fragilità idrogeologica di quel territorio.

Ma le proteste dei cittadini riguardano sia la presenza di liquami che gli odori mefitici provenienti dall'impianto che, soprattutto nei mesi estivi, arrivano anche nei comuni vicini. Per questi motivi la consigliera avevo proposto la convocazione di un consiglio comunale aperto ai cittadini, a tutti gli amministratori della Valle del Tammaro e agli enti preposti al controllo e alla prevenzione del danno ambientale, con particolare attenzione alle conseguenze provocate dalle emissioni odorigene.

Non avendo ricevuto alcuna risposta nell'arco di 5 mesi, a ottobre aveva inviato una Pec al prefetto Carlo Torlontano, richiedendo un suo intervento per dirimere la questione e accorciare i tempi. Da quel momento la situazione è in fase di stallo, i residenti sono demoralizzati e il comitato, pur continuando a lottare per ottenere risposte, è sfiduciato di fronte alla mancanza di soluzioni al problema, oltre a essere seriamente preoccupato per la salute della comunità. Secondo le prime stime l'economia locale sta subendo qualche danno provocato dal fatto che le famiglie con bambini e genitori anziani che soggiornavano in queste zone per godere dell'aria pura, scelgono altri luoghi.

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