Il mastodontico edificio che un tempo ospitava la scuola Salvo d'Acquisto a via Janfolla, nel popoloso quartiere Miano, di tanto in tanto balza al centro delle cronache cittadine per il suo stato d'abbandono e per la mancanza di un vero progetto di riqualificazione. Abbandonato oltre dieci anni fa a causa di importanti problemi strutturali che ne avevano compromesso l'agibilità, l'edificio di proprietà comunale dovrebbe essere, almeno in teoria, chiuso al pubblico. In realtà, come hanno denunciato per l'ennesima volta i residenti della zona, non solo l'edificio è a disposizione di tutti, ma è stato completamente devastato e trasformato in una maxi discarica.
I cittadini dopo una serie interminabili di denunce, avevano ottenuto la chiusura dei cancelli della scuola che, nel frattempo, era diventata un luogo di ritrovo per baby gang, senzatetto e tossicodipendenti.
E in effetti addentrarsi all'interno dell'edificio pericolante è un gioco da ragazzi: basta semplicemente "armarsi" di coraggio per affrontare la giungla di rovi e arbusti presenti all'ingresso, scavalcare la montagna di rifiuti che si ammassano anno dopo anno per trovarsi di fronte agli enormi spazi semivuoti. Uno scenario che ricorda molto da vicino le "passeggiate" nella Chernobyl post-incidente atomico del 1986. In molte aule, infatti, il tempo sembra essersi fermato a quindici anni fa, con i bei murales colorati realizzati dai bambini e per i bambini che ancora abbelliscono le pareti. Murales contornati, in molti casi, da slogan più o meno anarchici dipinti alle pareti, da disegni osceni e da avanzi di bivacchi notturni.
Nella aule che un tempo ospitavano la presidenza sono ancora ben visibili i grossi scaffali di legno che accoglievano - e in molti casi ancora accolgono - i registri di classe e i documenti dei giovani allievi. Gran parte della documentazione giace sparsa sul pavimento, quasi a formare un tappeto di cartacce ricoperte dai calcinacci che continuano a staccarsi dai soffitti malandati e dal terribile odore di deiezioni umane ed animali che in alcuni punti rendono l'aria irrespirabile.
«Se è vero che a Caivano lo Stato ha fallito - ha denunciato Alfredo di Domenico, conosciuto da tutti come Bukaman - è pur vero che almeno li hanno provato a far qualcosa. Qui invece, a via Janfolla, niente. In questo ex edificio scolastico, situato di fronte alla parrocchia del quartiere, il tempo dell'incuria si è fermato ad una quindicina di anni fa, quando la scuola fu abbandonata con la promessa di lavori di restyling che non sarebbero mai stati realizzati. Sarà che qui - continua di Domenico - non c'è un parroco alla don Patriciello. Fatto sta che, quella che una volta era una bellissima scuola, è diventata un luogo da film dell'orrore».
Poche ore fa, in occasione della visita del premier Meloni a Caivano dopo i terribili fatti avvenuti nel parco Verde, il sindaco di Napoli aveva sottolineato l'importanza di riqualificare anche dal punto di vista urbanistico le periferie proprio per strapparle al degrado e al pericolo di vederle trasformate in luoghi di malavita. A via Janfolla, una delle più disastrate periferie di Napoli, il recupero di un importante edificio scolastico aspetta da ben quindici anni.