Napoli Est, lavori in via Vespucci: pace fatta tra Comune e imprese

Napoli Est, lavori in via Vespucci: pace fatta tra Comune e imprese
di Alessandro Bottone
Sabato 19 Febbraio 2022, 21:26
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Dopo una lite arriva (quasi) sempre la pace. Non parliamo di questioni internazionali - che in queste settimane gelano i rapporti tra i Governi di mezzo Mondo - ma dell'accordo messo nero su bianco tra il Comune di Napoli e le imprese che hanno realizzato i lavori di riqualificazione urbanistica e ambientale dell'asse costiero della zona orientale e, in particolare, del tratto di via Vespucci e via Ponte dei Francesi.

Una vicenda risolta a distanza di diversi anni.

Nel 2013, avendo a disposizione i fondi del POR Campania FESR, il Comune approva il progetto preliminare e mette a gara la progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori lungo la strada che rappresenta la "porta" di Napoli Est. A gennaio 2015 un raggruppamento di imprese e professionisti si aggiudica l’appalto e, poco più tardi, si approva il progetto esecutivo e si apre il cantiere. Si va avanti fino a giugno 2018 quando gli uffici di palazzo san Giacomo scelgono la risoluzione del contratto per “grave inadempimento e grave irregolarità nell’esecuzione del contratto".

Per la necessità di riqualificare l'area si procede all'interpello delle altre imprese che hanno partecipato alla gara. Solo un unico operatore tra cinque dà la propria disponibilità ad assumere l’incarico per completare i lavori per i quali si prevedono 7 milioni e 642mila euro. Dunque, si passa all'affidamento al nuovo raggruppamento di imprese. Intanto a dicembre 2019 si approva una perizia di variante: dunque, una modifica al progetto iniziale. A febbraio 2020 - poco prima del lockdown dell'emergenza Covid - Comune di Napoli e imprese firmano l'atto per i maggiori lavori previsti con la variante e per i servizi complementari. Terminati i lavori si passa al collaudo delle opere: a febbraio 2021 si accerta che sono stati effettuati lavori per 6 milioni e 178mila euro. L'impresa esecutrice firma gli atti del collaudo ma con riserve. Ovvero, - si legge negli atti - quelle relative a un “anomalo andamento dei lavori”, ai maggiori oneri di sicurezza, alle lavorazioni eseguite “ma erroneamente non contabilizzate dalla stazione appaltante”. Segue, da parte del privato, una diffida a provvedere al pagamento di due milioni e 267mila euro manifestando "l’intenzione di adire le autorità giudiziarie competenti". Non resta fermo il dirigente del Servizio comunale competente che, per evitare che si apra un contenzioso valuta "l’opportunità di addivenire a una proposta motivata di soluzione transattiva della controversia". In effetti il raggruppamento di imprese si rende disponibile all'accordo transattivo "che consenta quindi di mitigare le sofferenze economiche" evidenziate nella diffida.

L'accordo c’è. Arriva con la proposta dell’atto transattivo che prevede l’impegno, da parte del Comune, a liquidare quanto pattuito in tempi ristretti, così come deciso dalla giunta Manfredi a dicembre 2021. La somma da pagare, a titolo di concessione transattiva, è di 169mila euro ai privati.

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