Funicolare di Chiaia, lavori al palo: slitta ancora la riapertura

Il nuovo traguardo fissato a settembre 2024: cancelli sbarrati da 348 giorni

La funicolare di Chiaia
La funicolare di Chiaia
Paolo Barbutodi Paolo Barbuto
Giovedì 14 Settembre 2023, 00:00 - Ultimo agg. 07:30
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Alla fine dell’800 per costruire la funicolare di Chiaia la ditta «Fermariello Gennaro» impiegò due anni: inizio lavori a maggio del 1887, corsa inaugurale il 18 ottobre del 1889. Ai giorni nostri per realizzare banali lavori di manutenzione a quella stessa funicolare, il Comune di Napoli impiegherà due anni: impianto chiuso alla fine di settembre del 2022, riapertura prevista, se tutto andrà bene, a settembre del 2024. Il paragone con il passato è impietoso, la realtà di queste ore lo è ancora di più: dietro i cancelli, chiusi ormai da 348 giorni, c’è un po’ di movimento perché si stanno sostituendo i rulli, operazione semplice. Lungo le gallerie e nelle stazioni si aggirano tecnici ed esperti per le ultime verifiche «non distruttive» che serviranno a predisporre il piano operativo dei lavori veri e propri che inizieranno (forse) entro il prossimo mese.

La questione della manutenzione ventennale della funicolare di Chiaia è nota quasi a tutti. I vent’anni dalla precedente manutenzione sono scaduti nel 2017, il Comune di Napoli al tempo non aveva denari per eseguire gli interventi e chiese una prima proroga annuale, poi una seconda, una terza e una quarta, alla fine il Ministero ha negato ulteriori proroghe: fate i lavori o chiudete l’impianto. Il Comune ha chiuso l’impianto. Nel frattempo sono stati trovati i soldi, ma erano talmente pochi che nessuna azienda ha accettato, così un primo bando è andato deserto. Allora s’è deciso di far eseguire qualche lavoro in meno per farsi bastare i soldi, ma la ditta che s’è presentata aveva dimenticato un documento e anche il secondo bando è andato a farsi benedire. Al terzo tentativo il bando è stato assegnato, era lo scorso giugno, ma il cantiere, per questioni burocratiche, è stato consegnato solo a fine luglio. Da quel giorno pochi interventi e tanta attesa.

All’inizio di questa estate l’assessore Cosenza aveva auspicato una possibile riapertura entro i primi caldi del 2024.

Alla fine di questa estate, la settimana scorsa, l’assessore Armato ha spostato in avanti il traguardo, fissandolo a settembre del prossimo anno. Ovviamente solo se tutto andrà bene e non ci saranno intoppi. E poi c’è un’ulteriore sfumatura. L’appalto per la manutenzione prevede solo interventi legati alla circolazione della funicolare, sono state escluse tutte le opere edili (come il rinnovamento delle stazioni) che, comunque, andranno eseguite. Ma su quest’ultimo punto non esistono dettagli e nemmeno certezze: non si sa chi se ne occuperà e nemmeno quando lo farà. Nel frattempo i quindicimila passeggeri che quotidianamente prendevano la funicolare hanno smesso di sperare e hanno fin da subito considerato inutile il bus sostitutivo, che impiega un’ora per compiere il percorso che la funicolare copriva in sette minuti. Così chi deve spostarsi per motivi di lavoro o di studio s’è arrangiato con mezzi propri, chi lo faceva per svago (o per lo shopping) ha semplicemente smesso di farlo.

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E qui entra in gioco un elemento determinante, la crisi del commercio collegata alla chiusura della funicolare: «Lungo il percorso vomerese che conduce alla stazione di via Morghen c’è un crollo delle vendite del 40% - dice affranto Vincenzo Perrotta, presidente dei commercianti di Vomero e Arenella e al vertice della Federazione del Commercio - una parte degli introiti mancanti era generata dalle persone in transito, la parte più consistente da chi sceglieva la collina per fare shopping e senza la comodità della funicolare non viene più». Perrotta ha incontrato il sindaco Gaetano Manfredi e gli ha parlato della questione: «Mi ha assicurato che ogni mese si farà spiegare a che punto è la situazione dei lavori della funicolare di Chiaia e si è impegnato a chiedere massima celerità nel rispetto della sicurezza. Questa attenzione ci conforta, ma un altro anno di chiusura produrrà un’ecatombe, ho paura che chiuderanno in tanti...».

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