Esami e test clinici, i giorni del caos. «Negata l’assistenza in Campania»

Esami e test clinici, i giorni del caos. «Negata l’assistenza in Campania»
di Marisa La Penna
Giovedì 17 Settembre 2015, 08:53 - Ultimo agg. 09:59
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Centri convenzionati deserti. Ospedali pieni come un uovo. Malati di cancro, diabetici, cardiopatici sballottolati da una struttura sanitaria pubblica all’altra alla ricerca di un posto libero per un esame del sangue, una tac, una risonanza, una pet, una visita cardiologica. L’esaurimento dei tetti di spesa è un anatema. Per tutti. Per i malati, per i medici di famiglia, per gli ospedali, per le strutture convenzionate.



E così partono da Napoli appelli al ministro della Salute. Si invoca un tavolo col Governo per una deroga. Si chiede di non lasciare soli i pazienti indigenti. Quelli che non possono pagarsi il diritto alla salute. Quelli costretti a rinunciare ad esami fondamentali per la propria sopravvivenza in attesa di gennaio, quando si potrà di nuovo contare sulla sanità accreditata. Ma quando, forse, sarà troppo tardi per fermare un cancro.



Mettono, così, nero su bianco il sindacato (il segretario regionale della funzione pubblica della Cgil, Alfredo Garzi e Lina Lucci, segretario generale della Cisl Campania), gli imprenditori dell’ospedalità privata (il presidente dell’Aiop, Sergio Crispino), le associazioni per i diritti dell’ammalato.



Ieri sono partite le ultime due lettere per il ministro Lorenzin. Partiamo da quella dell’Aiop. Scrive, tra l’altro Crispino nel documento che porta la firma anche del presidente della comissione sanità di Confindustria Campania, Vincenzo Schiavone. «L’annuale esaurimento anzitempo dei budget per prestazioni ambulatoriali erogate da strutture accreditate è la ulteriore prova di una programmazione economica che non ha punti di contatto con il reale fabbisogno del territorio campano, ma che bada solo a quadrare i conti in modo ragionieristico, nello spasmodico tentativo di mostrare ai ministeri un ipotetico pareggio di bilancio».



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