Ifel Campania festeggia 10 anni: «Pnrr e due diligence sul debito di Napoli le prossime sfide»

Ifel Campania festeggia 10 anni: «Pnrr e due diligence sul debito di Napoli le prossime sfide»
di Emiliano Caliendo
Giovedì 16 Dicembre 2021, 11:00 - Ultimo agg. 13:18
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Ifel Campania, fondazione della Regione Campania, nonché branchia regionale dell’Istituto per la Finanza e l’Economia Locale, quest'ultimo diretta emanazione dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (Anci), ha festeggiato ieri i 10 anni dalla sua nascita. E lo ha fatto a Napoli, nella magnifica cornice del Complesso Monumentale Donnaregina, con una conferenza sui temi della governance degli enti locali a cui hanno partecipato numerosi tecnici, amministratori e rappresentanti delle istituzioni. Il presidente di Ifel Campania, Luca Bianchi, nonché direttore dello Svimez (Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno), nel suo intervento fissa subito la posta in palio per i prossimi 10 anni: «Il mondo non finisce con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr): - sottolinea Bianchi - possiamo stimare che, per la Campania, dal primo gennaio 2022 avremo circa 6 miliardi da spendere ancora sulla programmazione europea 2014-2020, tra Poc (programmi operativi complementari) e Fsc (Fondo Sviluppo e Coesione), a cui si sommano circa 12 miliardi sulla programmazione europea 2021-27 di cui 3,5 miliardi del Fsc di competenza regionale. Parliamo di un montante di 17,5 miliardi circa a cui si dovrebbero sommare solo per la Campania i 20 miliardi del Pnrr. Quindi tra 10 anni come Campania avremo dovuto dimostrare di essere stati in grado di spendere 40 miliardi di euro anche grazie al contributo di Ifel». La ripresa e lo sviluppo economico della Campania saranno quindi indissolubilmente legati al come e al se si spenderanno questa pioggia di risorse. Secondo Bianchi «ci sono le condizioni affinché questo posso accadere» in quanto «sono cambiati i paradigmi della politica economica europea: si è passati dal vincolo esterno europeo considerato come negativo, in termini di riduzione della spesa, che ha condizionato la crescita del Mezzogiorno, ad un vincolo esterno positivo dell'Unione Europea, in termini di ampliamento delle risorse disponibili, che si traduce nel Pnrr». Già, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che - ricorda il direttore di Svimez - «ha fatto della coesione economica una componente interna della politica di sviluppo con il 40% di risorse destinate al Sud». Bianchi sciorina tutta una serie di numeri sul tasso di crescita regionale che fanno ben sperare, considerando che la Campania parte da una base di partenza strutturalmente più debole, avendo un minor numero di imprese rispetto alle regioni settentrionali: «Stimiamo per il 2023-2024 un tasso di crescita del 2,2 per cento per la Campania e del 1,9 per cento al Mezzogiorno; quindi, ancora una volta, si conferma un miglioramento per la regione. Rispetto al 2,6 per cento di crescita del Centro-Nord nel 2024, abbiamo un 1,30 per cento per il Mezzogiorno e l’1,8 per cento per la Campania». Da Ifel proviene anche il neodirettore generale del Comune di Napoli, Pasquale Granata. Non è un caso che il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, si sia affidato all’Istituto per la Finanza e l’Economia Locale per la produzione di una due diligence gratuita per un’analisi globale del bilancio del Comune, sia sul fronte della spesa, in tutte le sue articolazioni, che sulle potenzialità di entrata. «Il percorso con il Comune è ancora in corso» specifica Bianchi, ricordando che «l’ente ha avuto difficoltà sia in termini di accumulazione del debito nel corso degli ultimi anni sia di mantenimento di un livello di spesa corrente sufficiente ad erogare i servizi» quindi su queste criticità «la due diligence che stiamo effettuando è funzionale anche alla trattativa in corso con il governo nazionale, finalizzata a mettere in condizione l'amministrazione di continuare a erogare e migliorare il livello dei servizi per i cittadini». Il segretario generale di Ifel Campania, Angelo Rughetti, spiega la crescita di Ifel dal 2011 ad oggi mostrando la curva del fatturato cresciuto dai 59mila euro del 2011 ai 21 milioni di euro circa attuali: «I nostri soci hanno creduto nella Fondazione e i numeri lo dimostrano. Senza partecipare a gare ma rispondendo alle richieste di aiuto pervenuteci dai soci. Ci siamo riusciti grazie alla nostra credibilità». Oggi la fondazione a livello regionale può vantare un patrimonio netto di 868mila euro. Rughetti entra poi nel merito delle tre mission principali portante avanti da Ifel Campania nell’ultimo decennio: «Quella degli studi e delle ricerche, ovvero di mettere a disposizione di chi decide a tutti i livelli - nazionale, comunale, e regionale – numeri e dati, quindi conoscenza; il secondo pezzo era quello di affiancare il decisore politico nella fase di programmazione; il terzo elemento, aggiuntosi successivamente, è rappresentato dal supporto alla fase esecutiva sia dal lato dell’assistenza tecnica che da quello di affiancamento ai programmi di spesa». 

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Se da un punto di vista storico la Regione Campania si può considerare la madre di Ifel Campania, l’altra associazione a poterne vantare la paternità è Anci. Il presidente regionale dell’Associazione dei Comuni Italiani, nonché sindaco di Caserta, Carlo Marino fa il quadro delle difficoltà dei comuni in merito alla realizzazione dei progetti del Pnrr: «Dobbiamo avere il coraggio di coinvolgere i 550 comuni della Campania. Anci Campania deve rientrare in questa sfida: decidiamone le modalità, anche giuridiche. Entro il 28 febbraio saranno pubblicati i bandi per i progetti territoriali, e noi non siamo pronti. Siamo ancora in attesa delle assunzioni per dotarci delle competenze perché, ricordo, non tutti i comuni hanno le giuste competenze territoriali». Allora il presidente Anci lancia una proposta all’Ifel, sia regionale che nazionale: «Abbiamo bisogno di lavorare insieme. C'è già un know-how importante in Ifel Campania. Se vogliamo creare qualcosa che sia un modello da portare nei coordinamenti delle Anci regionali, lo dovremo fare con Ifel nazionale e regionale. Con un focus sulle regioni del Sud. Lavoriamo, apriamo un tavolo di lavoro e accettiamo questa sfida. Possiamo costruire un modello innovativo per il Paese». A conferma delle parole di Marino, le dichiarazioni del segretario regionale Anci e sindaco di Gragnano Nello D’Auria: «Le criticità del comune che amministro sono simili a quelle dei restanti comuni della Campania e del Paese: c’è un problema diffuso di competenze del personale amministrativo».

D’Auria poi aggiunge: «Il Pnrr è già in esercizio. Molte amministrazioni locali non sono pronte, si sta facendo tanto dal punto di vista informativo ma oggi davvero non esiste una procedura consolidata per le amministrazioni locali. Noi sindaci stiamo giocando la partita della vita sui nostri territori nel cercare di offrire la migliore strategia e pianificazione possibile. Ma riscontriamo – conclude - enormi difficoltà per cui ci agganciamo ai sistemi di rete e coordinamento come Anci e Ifel». 

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