Parco Cilento, emergenza cinghiali: i «controllori» chiedono più poteri

I selecontrollorti del Parco Cilento chiedono procedue più snelle per abbattere i cinghiali

Il commissario del Parco Cilento Marcello Feola durante l'incontro
Il commissario del Parco Cilento Marcello Feola durante l'incontro
di Carmela Santi
Domenica 26 Marzo 2023, 19:21 - Ultimo agg. 20:26
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«L’unica soluzione per risolvere il problema è la “scoppetta”. Altri rimedi non ce ne sono. Solo con gli abbattimenti si possono limitare i danni da cinghiali». Ne è convinto Vincenzo originario di Polla. Aveva sei anni quando ha iniziato ad andare a caccia con il papà. Oggi a distanza di oltre 50 anni è uno dei 400 selecontrollori del Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni. Due giorni fa insieme ai colleghi, provenienti da tutta l’area protetta, ha raggiunto il Centro della Biodiversità del Parco a Vallo della Lucania per un primo incontro con il commissario del Parco Marcello Feola. L’emergenza cinghiali rappresenta una delle problematica più forte a cui le comunità del Parco al momento devono far fronte. Feola insieme al presidente designato, Giuseppe Coccorullo e al direttore Romano Gregorio, ha convocato i selecontrollori per un momento conosciuto e di ascolto. I cinghiali hanno ormai invaso il Parco del Cilento. Gli ungulati distruggono intere coltivazioni e sono sempre più frequenti gli incontri ravvicinati nei centri urbani, laddove si spingono alla ricerca di cibo. La proliferazione dei cinghiali è cresciuta a dismisura negli ultimi anni. I selecontrollori appositamente formati dall’Ente Parco con corsi durati sei mesi e una prova finale, hanno un compito ben preciso. Abbattere i capi in eccesso. Possono agire tutto l’anno e in determinate aree definite dal Parco. 


LA RICHIESTA
I selecontrollori hanno illustrato alla nuova governance del Parco le loro perplessità ed avanzato precise richieste. «Occorre innanzitutto meno burocrazia» hanno ribadito.

Al momento ogni qualvolta che dobbiamo uscire abbiamo carte da riempire che devono essere consegnate almeno sette giorni prima. «Ma come facciamo a sapere cosa può accadere dopo una settimana?». Per i selecontrollori è necessario completare la filiera con la commercializzare dei capi abbattuti. Il direttore del Parco a tal proposito ha ricordato di «aver già aperto sul territorio i quattro punti di raccolta delle carcasse, a Cuccaro Vetere , Morigerati, Roscigno e Felitto». «Dopo qualche problema con una precedente impresa che ha rinunciato per la peste suina, ora - ha ribadito Romano - abbiamo un nuovo operatore commerciale, stiamo definendo gli ultimi dettagli». «Siamo pronti ad ascoltare e a portare avanti le istanze del territorio - aggiunge - il commissario Feola - l’incontro di oggi è una testimonianza del lavoro che intendiamo portate avanti in collaborazione con le comunità locali».

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