Salerno, addio al coprifuoco:
«Ma la città è in balìa dei vandali»

Salerno, addio al coprifuoco: «Ma la città è in balìa dei vandali»
di Barbara Cangiano
Martedì 22 Giugno 2021, 08:41 - Ultimo agg. 19:48
4 Minuti di Lettura

Non è una benedizione. Paradossalmente non lo è proprio per chi vive il mondo della notte. Parliamo del coprifuoco, l'ultimo paletto che cade sancendo un liberi tutti che, di fatto, almeno a Salerno, sussiste già da tempo. La movida gioisce poco. O meglio, gioiscono poco gli imprenditori che ci lavorano e che da mesi sono alle prese con risse, furti, accoltellamenti, sparatorie. Cose di cui farebbero volentieri a meno. Così come di un pubblico troppo ed esclusivamente giovane, che porta pochi euro in cassa e molti, moltissimi problemi.

«Il post Covid è fatto di adolescenti che si muovono in branco. Bevono, forse fanno anche uso di altre sostanze, comunque sono produttori di tensioni - racconta Umberto Russo del King's Cross - Io stesso fui testimone della carica al Mc Donald's, più o meno un mese fa, quando salirono sulle auto parcheggiate subito dopo essersi sfidati sulla spiaggia di Santa Teresa. L'altra sera la sparatoria, qui, a pochi passi dai miei locali. Siamo veramente senza parole. Sporadicamente riceviamo le visite delle forze dell'ordine che si concentrano sull'utilizzo delle mascherine e il rispetto degli orari. Mi chiedo, ma perché non ci si focalizza anche su questo sottobosco di delinquenza?». Ci va giù duro, anzi durissimo, Dario Renda del Comitato territoriale Salerno Mia, che da mesi porta avanti, con i residenti del centro storico, una battaglia per provare a far tornare, nel cuore antico della città, decoro, pulizia, dignità e legalità: «Lo sport preferito è quello di gettare bottiglie contro le auto in corsa se non addirittura contro i passanti. Lasciando poi un tappeto di detriti ovunque. Ogni giorno, sulla nostra pagina facebook radiografiamo quello che accade. Sperando di sortire effetto. Tra una discarica e l'altra registriamo furti e accoltellamenti. Non è normale. E con l'addio al coprifuoco sarà anche peggio, perché cadrà ogni remora, ammesso ci sia ancora. Siamo consapevoli - precisa - che gli agenti della polizia municipale sono sottodimensionati e anche avanti con l'età. Ma un'operazione di verifica è fondamentale».

Lo sa bene Armando Pistolese dell'Acs, associazione commercianti per Salerno che, dopo gli ultimi episodi di cronaca è pronto a chiedere un incontro al questore: «Tanti colleghi che hanno attività commerciali su via Roma ci hanno chiesto una mano - racconta - Sono oggettivamente i più esposti ed è giusto che si cerchi di capire come intervenire». La mappa del delirio alcolico e del degrado è nota: largo Barbuti, Palazzo Fruscione, largo Campo sono i luoghi dove da tempo il coprifuoco è stato abolito in autonomia e al di là di ogni parere del Comitato Tecnico Scientifico e dove, continua Renda, «si va dallo spaccio agli abusi sessuali, dalle molestie al vandalismo». Donato Giudice dell'Aisp, associazione imprese Salerno e provincia, è sfiduciato: «Praticamente dormo nel mio locale per scongiurare furti ed altri episodi di microcriminalità - racconta - Siamo veramente provati. Non bastava la pandemia a tagliarci le gambe, ora dobbiamo vedercela anche con queste bande di ragazzini che non si comprende bene cosa cerchino. Beninteso. Per noi l'assenza del coprifuoco è un bel regalo, purtroppo tardivo, perché i turisti che volevano prenotare una vacanza sono andati altrove. Quindi siamo arrivati ben ultimi. Va bene così. Però cerchiamo di lavorare insieme per risollevare un'economia in frantumi. Stiamo immaginando di sollecitare anche un confronto con il prefetto, perché non è giusto essere lasciati soli in una situazione così».

Video

A chiarire i termini è Angela Senatore, residente del centro storico: «Mi spiace per le attività commerciali, perché comprendo che ci sia la necessità di recuperare un'economia massacrata.

Ma in giro ci sono troppi locali che vendono alcolici scadenti a pochi euro. Il risultato? Orde di minorenni ubriachi, che ora si ubriacheranno ancor di più e ancora per più tempo in strada, facendo guai di ogni sorta. Chi abita in zona lo sa bene: c'è almeno una rissa al giorno, una persona ferita, qualcuno che si sente male perché finito in coma etilico. Per non parlare d'altro. La situazione è degenerata e i primi a chiedere aiuto sono gli stessi imprenditori della movida. Oltre a noi abitanti della zona, che siamo veramente a un passo dal vendere casa». Il problema ha radici antiche, sottolinea Sabrina Prisco dell'Osteria dei Canali: «L'ho segnalato già due anni fa, prima del lockdown. Largo Abate Conforti di sera è terra di nessuno. Il minimo che può capitare è beccarsi una pallonata. Manca il rispetto delle regole, dell'autorità. Mi chiedo i genitori dove sono. Non parliamo di situazioni disagiate, ma di figli della Salerno dei professionisti. È un problema culturale e sociale pesante di cui ci si dovrebbe fare carico».

© RIPRODUZIONE RISERVATA