Cagliari-Napoli 1-1, la difesa fa flop: male Rrahmani, malissimo Juan Jesus

Mercoledì si gioca di nuovo, c'è da salvare la faccia

Juan Jesus
Juan Jesus
di Bruno Majorano
Lunedì 26 Febbraio 2024, 07:00 - Ultimo agg. 27 Febbraio, 07:34
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Se la difesa diventa indifendibile. Mentre Luvumbo è sommerso dai giocatori del Cagliari che festeggiano il gol del pareggio sul gong, i difensori del Napoli se ne stanno lì con le mani sulla testa. Non ce la fanno nemmeno a guardarsi in faccia. Non ci cercano con lo sguardo. Non un solo cenno del volto. Solo lo sgomento per quel pallone parcheggiato candidamente nella rete alle spalle di Meret. «Datemi un pizzicotto», sembra voler dire la faccia di Juan Jesus che vive un vero e proprio incubo. E probabilmente un sonnellino se lo stava facendo per davvero qualche secondo prima, ovvero quando Luvumbo gli ha soffiato il pallone al centro dell'area e lo ha spedito in porta. Un errore da matita blu. Un errore che come una passata di cassino cancella dalla lavagna lo spunto di Raspadori e il gol del solito Osimhen. Un gol che cancella la gioia dei napoletani già proiettati verso il grande sogno rimonta Champions. Ma quello di Cagliari è un incubo vero, nel quale il «cattivo di turno» non è Luvumbo, ma il centralone brasiliano del Napoli che in un batter d'occhio si trasforma nel più piccolo dei pigmei. Minuscolo. Infinitesimale. Il «brutto addormentato» nell'area di rigore. Un errore di valutazione, di posizione e di gestione imperdonabile per un ragazzino, figuriamoci un ragazzone navigato di 32 anni. Difficile che avrà anche il coraggio di rivederlo. Perché altrimenti ci sarebbe davvero il rischio insonnia per almeno il prossimo mese. Tutto troppo brutto per essere vero. Una dormita colossale sull'ultimo pallone della partita che avrebbe potuto rimettere il Napoli in corsa per un posto Champions. E invece no: dalle (possibili) stelle dell'Europa che conta, alle (nemmeno così sicure) stalle di Europa League e Conference. Ci ripenserà a lungo Juan Jesus, con la sagoma di Luvumbo Zito che gli soffia il pallone con una facilità spiazzante e spedisce il Napoli all'inferno. E pensare che il nuovo arrivato Calzona aveva anche pensato di aggiungere muscoli e centimetri alla difesa per il convulso finale, ma invece di richiamare in panchina lo sbadato Juan Jesus, sostituisce Mazzocchi inserendo Ostigard. Sì, perché nel secondo tempo il brasiliano aveva dimostrato di avere la testa altrove commettendo un fallo sciagurato su Pavoletti, ma questa volta senza drammatiche conseguenze. Poteva (o doveva?) essere un campanello d'allarme per l'allenatore, che invece lo ha lasciato suonare saldamente al centro della difesa in modalità orchestra sul Titanic. Concorso di colpa, certo, ma fino a un certo punto. 

 

Che le cose lì dietro non andassero a meraviglia lo si era capito già nel primo tempo quando Amir Rrahmani aveva maldestramente spedito un pallone nella sua porta salvo poi essere graziato dal Var che ha ravvisato il contatto tra il centrale kosovaro e Lapadula.

Insomma, la difesa non solo non gode di sana e robusta costituzione, ma fa letteralmente acqua da tutte le parti. E no, arrivati a marzo l'alibi della partenza di Kim non può essere nemmeno più considerata un'attenuante generica. Troppe amnesie, troppi disguidi, troppe disattenzioni che alla lunga si confermano determinanti per condannare il Napoli all'interno di una stagione che assomiglia sempre più a uno stillicidio. Calzona - profeta del 4-3-3 - dovrà trovare la quadra quanto prima, anche perché il tempo stringe ed è notoriamente tiranno. Mercoledì si gioca di nuovo e ora non c'è più nemmeno da salvare la stagione, bensì la faccia, quella che i calciatori stanno tristemente perdendo inanellando un errore dopo l'altro senza poter mai richiedere nemmeno la prova d'appello. Ieri a Cagliari è mancato anche capitan Di Lorenzo squalificato e Mazzocchi da quella parte ha sofferto non poco le sfuriate di Luvumbo. E anche Olivera sul lato sinistro ha partecipato attivamente al disastro in occasione del pareggio al fotofinish. 

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