Gaetano al Cagliari, il pupillo di Spalletti va ancora in prestito

Lanciato da Ancelotti, non è mai riuscito a imporsi

Gianluca Gaetano
Gianluca Gaetano
di Bruno Majorano
Venerdì 2 Febbraio 2024, 07:00 - Ultimo agg. 18:24
4 Minuti di Lettura

Ancelotti e Spalletti non sono esattamente i due ultimi arrivati. Sono allenatori che hanno vinto e hanno dimostrato di avere una certa sensibilità per il calcio bello e concreto. Entrambi sono collegati da una sottilissima linea azzurra che nel caso di specie è diventata una maglia con il numero 70. Si tratta di quella indossata fino a oggi da Gianluca Gaetano, l'unico napoletano ad aver vinto il terzo scudetto a Napoli, dici poco.

Eppure nemmeno questo senso di appartenenza unito alla stima di Ancelotti e Spalletti sembra poter bastare a un ragazzo di 24 anni costretto nuovamente ad aprire la valigia nella sua Cimitile per andare a trovare fortuna lontano da Napoli. Dopo essere cresciuto nel settore giovanile azzurro ha fatto il suo esordio con Ancelotti nel 2019: prima in campionato (contro la Spal) e poi in Champions League (contro il Genk). Ma niente, a gennaio del 2020 è stato mandato in prestito a Cremona, dove l'anno successivo è stato protagonista della promozione in serie A con Pecchia in panchina. A Napoli devono essersi accorti di lui e in particolare lo ha notato Luciano Spalletti.

Lo studia da vicino in ritiro e decide che questo ragazzo non deve muoversi. Al suo Napoli può tornare utile. Certo, di fa fatica quanto la squadra gira a meraviglia, Lobotka, Anguissa e Zielinski sono intoccabili e gli azzurri sono destinati a vincere lo scudetto. Eppure Gaetano non si lamenta, anzi. Sta lì, cerca di imparare, di apprendere tutto quello che può da compagni e allenatore. E quando viene chiamato in causa, si mette a disposizione. Alla fine dello scorso campionato si prende anche la soddisfazione di fare gol contro l'Inter, ma forse la gioia più bella arriva dopo, con le parole di Spalletti. «Diventerà uno dei più grandi centrocampisti in circolazione», dice senza peli sulla lingua. «Deve giocare è vero, però poi ci sono altre considerazioni e altri calciatori e quando si fa l'allenatore bisogna lasciar fuori qualcuno e a volte non è neanche meglio di quello che gioca», aggiunge per spiegarne lo scarso utilizzo. Sì, perché nella stagione del terzo scudetto del Napoli, i minuti di Gaetano in campo sono appena 161 in tutte le competizioni. Quasi la metà rispetto a quelli collezionati quest'anno (298), ma comunque non sufficienti per conquistare la fiducia di Mazzarri e della società in vista della seconda metà della stagione. 

Oggi raggiungerà Cagliari dove ad accoglierlo troverà un maestro - di vita e di calcio - come Claudio Ranieri. Dopo la promozione con la Cremonese (2021-22) e lo scudetto con il Napoli (2022-23) vuole centrare un'altra impresa: la salvezza con il Cagliari. Si tratta di un qualcosa che è nelle sue corde, perché forza di volontà e spirito di sacrificio vanno a braccetto con le qualità tecniche del ragazzo. Anche se resta l'amarezza per non essere riuscito a convincere il Napoli a puntare sul suo talento. Il club azzurro ha preferito puntare su Dendoncker (arrivato in prestito dall'Aston Villa) piuttosto che su un ragazzo fatto e cresciuto in casa propria. Dalle parole di elogio di Spalletti, dall'esordio con Ancelotti all'ennesimo prestito che non odora certo di bocciatura, ma è sinonimo di scarsa progettualità da parte del Napoli. Anche in emergenza, con gli uomini contati a centrocampo, Gaetano non è riuscito a trovare lo spazio necessario per emergere. Non sono bastati il gol e la prestazione praticamente perfetta con il Lecce, non è bastata la disponibilità totale nel mettersi in gioco sempre e comunque. E allora, altro giro altra corsa. Invece di lottare per il quarto posto lotterà per restare in serie A con il Cagliari, una salvezza che a questo punto avrà anche più valore della Champions. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA