Napoli-Girona 4-2, continuano gli esperimenti di Garcia

Il Cholito pareggia l'erroraccio di Ostigard, poi i rigori

Il Cholito Simeone ancora in gol
Il Cholito Simeone ancora in gol
Giuseppe Taorminadi Pino Taormina
Giovedì 3 Agosto 2023, 07:00 - Ultimo agg. 18:03
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Garcia vuole capire. E per capire deve testare, fare esperimenti. Una specie di apprendista stregone. L'amichevole con il Girona finisce 1-1 e lui chiede a Sanchez Munoz di andare ai rigori. Un fuoriprogramma. E lì il Napoli vince esaltando Meret (con un solo errore dal dischetto, quello di Politano). Finale: 4-2. Ma nessuna coppa viene alzata al cielo. Garcia deve fare dei test e quindi ci sta che possa venir fuori un miscuglio di cose di poco conto come la formazione del primo tempo. Ma poiché i catalani non sono venuti in Abruzzo alla ricerca dell'orso marsicano, alla vista del terrificante errore in disimpegno di Ostigard (non era né pressato né in ansia), puniscono il Napoli con l'uruguagio Stuani praticamente all'alba dell'amichevole. Garcia sta provando a inculcare a questa squadra qualcosa di nuovo, ma ogni cosa diversa dal 4-3-3 sembra essere respinta dall'organismo azzurro come se fosse un corpo estraneo e malvagio. E così, vero che c'erano solo le riserve ma l'inusuale 4-4-2 con cui dà il via alle danze, visto che è un piccolo disastro di sincronismo e di organizzazione, viene archiviato dopo una ventina di minuti. Osimhen non c'è, ed è ovvio che tutti vedano fantasmi legati al rinnovo che non c'è ancora, dietro il suo forfait. Fantasie. È solo un affaticamento accusato nell'allenamento a porte chiuse del mattino. Nessun infortunio diplomatico. Però la sua apparizione in pantofole con calzino bianco d'ordinanza alzato quasi fino al ginocchio, viene accolta da un'ovazione (nella ripresa riappare con delle vistose cuffie). 

C'è Lozano, come gesto di piccola clemenza presidenziale: prima gioca come seconda punta al fianco del Cholito poi dal 30’, quando Garcia vira al 4-3-3, torna al suo posto abituale.

Folorunsho, dopo uno scambio con Lozano, si procura un rigore (un regalone) che il Cholito Simeone trasforma in maniera implacabile (terza rete in due amichevoli, anche lui esce lamentando dei crampi). C'è Blind, nel Girona, che riporta alla notte magica di Amsterdam (lui era nell'Ajax travolto per 6-1). Questo è un pomeriggio in cui Garcia deve capire di chi può fidarsi, a parte i soliti noti. Ci sta e queste prestazioni sono il prezzo da pagare nella ricerca delle conoscenza. La verità è lapalissiana: meno mette mano al Napoli di Spalletti, almeno per adesso, meglio è.

 

I 7.500 spettatori paganti fanno i salti di gioia alla vista di Lobotka in cabina di regia a inizio secondo tempo, primo segnale del ritorno alle origini. Con il professore slovacco, il Napoli è più ordinato e parsimonioso. E nonostante la stanchezza e il cellophane nelle gambe prova anche un pressing più costante. È un valzer di mutazioni con Zedadka che al 59’ sbaglia un gol solo davanti alla porta dopo il gesto d'altruismo di Zerbin. Con la rivoluzione del 60’, entrano i vecchi titolarissimi. Interessa il test Jesus-Rrahmani che, visti i tempi, sarà la coppia titolare ad agosto anche in campionato. Per la sua gioia, Raspadori gioca prima punta nel 4-3-3 che per tutti è l'abito su misura di questo Napoli, con Anguissa e Zielinski sulla linea mediana. Meret (72’) salva su una girata di Almena. Il Napoli morde poco, il lavoro di questi giorni è pesante. Le sedute doppie (una aperta al pubblico, l'altra a porte chiuse) praticamente dal 13 luglio, hanno il loro peso nelle gambe e nella testa. Clima amichevole, si fa per dire: Kvara protesta per un rigore (che non c'è) e Garcia dalla panchina lo invita a tacere e a giocare. Poi il finale a sorpresa. Che è forse l'unica cosa che entusiasma il pubblico. 

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