Convitto, Cpia, Fortore: scuola, boom di reggenze

Con il blocco della mobilità da altre regioni molti istituti "condannati" a condividere i dirigenti

Il cortile del Convitto Giannone, da settembre in reggenza
Il cortile del Convitto Giannone, da settembre in reggenza
di Maria Sara Pedicini
Lunedì 17 Luglio 2023, 20:10 - Ultimo agg. 20:25
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Rete scolastica e dirigenti, il Sannio continua a perdere pezzi ben prima che i contestati provvedimenti governativi sul «dimensionamento» esplichino i loro effetti. Con le operazioni di mobilità dei capi d’istituto per la provincia di Benevento ci si è limitati a prendere atto dello status di istituto sottodimensionato per l’«Aldo Moro» di Montesarchio assegnando una nuova sede alla dirigente perdente posto, Rosa Sonia Tangredi: quella presso l’istituto comprensivo di Colle Sannita che peraltro lei già ha guidato nell’anno scolastico 2022/2023 da reggente. Poi più niente; chi si aspettava che, quantomeno, venissero individuati i nuovi vertici per gli istituti «lasciati liberi» dalla dirigenti Marina Mupo (Convitto Giannone-San Filippo) e Elena Mazzarelli (istituto di istruzione superiore Castelvenere-Faicchio) ha dovuto ricredersi.

Il fatto è che per quest’anno, nel caso della Campania, è praticamente bloccata la mobilità da altre regioni. Lo ribadisce il dirigente dell’Ufficio scolastico regionale, Ettore Acerra, nel provvedimento con cui, il 13 luglio, sono stati disposti i mutamenti di incarico: «Come specificato nella circolare del 20 giugno 2023, essendo l’organico dei dirigenti scolastici della Regione Campania per l’anno scolastico in corso e a decorrere dal prossimo primo settembre 2023 da considerarsi del tutto saturo, l’Usr per la Campania non può procedere alle operazioni di mobilità interregionale in entrata». Nessuna chance, quindi, per i (tanti) sanniti che guidano istituti in altre regioni: almeno una parte di loro aspira a rientrare in provincia o almeno in regione, ma quest’anno si salta un giro, e l’anno prossimo rischia di essere anche meno propizio. L’incertezza che caratterizza gli scenari futuri ha verosimilmente avuto un forte effetto deterrente anche sulle istanze di trasferimento nell’ambito della provincia: non era quasi mai accaduto che un grande istituto cittadino non considerato «a rischio accorpamento», come il Convitto Giannone-San Filippo, si ritrovasse senza «pretendenti». Quanto all’istituto di Castelvenere-Faicchio, invece, secondo il Mim risulta sottodimensionato e quindi avrebbe comunque, da settembre, perso il «diritto» ad un dirigente in esclusiva; una classificazione contestata invece dalla dirigente uscente sulla scorta del numero aggiornato delle iscrizioni.


Il dato certo è che, da settembre, gli istituti sanniti in reggenza passeranno da 11 a 13; una percentuale altissima dei 53 complessivamente operanti in provincia, molti dei quali distribuiti tra più plessi e diversi comuni. Tutto questo in un momento cruciale, con riforme in progress e l’esigenza pressante di mandare in porto i progetti finanziati attraverso il Pnrr. E nel gruppo ci sono istituti con i numeri sicuramente in regola come il già citato Convitto, il Cpia (Centro provinciale per l’istruzione degli adulti), l’istituto superiore «Medi» e l’istituto comprensivo di San Bartolomeo in Galdo, gli istituti comprensivi di San Giorgio la Molara e Vitulano. Per la cronaca, vanno in reggenza metà degli istituti alberghieri sanniti (vedi Montesarchio e Castelvenere) in un momento in cui si preme l’acceleratore sul turismo enogastronomico e la valorizzazione del «made in Sannio».
 

Uno scenario preoccupante, come sottolinea Luigi Mottola, dirigente provinciale dell’Anp (Associazione nazionale presidi) che ieri e sabato, a Roma, ha riunito il consiglio nazionale per parlare proprio di dimensionamento, oltre che del contratto integrativo nazionale.

A suo avviso «il moltiplicarsi delle reggenze conferma - semmai ce ne fosse ancora bisogno - l’urgenza di procedere alla razionalizzazione delle autonomie scolastiche in Campania e a Benevento e provincia. Nulla può essere più deleterio sul piano della qualità formativa delle istituzioni scolastiche della reggenza a prescindere dalla indiscussa qualità professionale dei dirigenti chiamati a ricoprire tale incarico».

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