Parking, residenti in rivolta dopo l'ok: «Cambiare il progetto»

Non piace il parcheggio interrato in via Feudo San Martino

L'oasi di via Feudo San Martino a Caserta
L'oasi di via Feudo San Martino a Caserta
di Daniela Volpecina
Giovedì 21 Settembre 2023, 09:00
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Parcheggio interrato in via Feudo San Martino, il parere favorevole della Soprintendenza ha messo in allarme il quartiere Acquaviva. Commercianti e residenti si dichiarano scettici sull'utilità dell'opera e chiedono al Comune di modificare il progetto. L'infrastruttura avrà una capienza di 78 posti auto e ospiterà un hub di interscambio per i mezzi elettrici ma sorgerà in un'area, quella del rione Volturno, che conta già altri tre parcheggi. In più gli scavi comporteranno l'espianto di 36 alberi di alto fusto che dovranno essere ripiantati ai margini dell'oasi. Così come indicato dalla Soprintendenza nel lungo elenco di prescrizioni allegato al parere. Per il Comune si tratta di un'opera strategica che contribuirà a snellire i flussi di traffico nel quartiere e soprattutto a recuperare i posti auto che verranno cancellati su uno dei due lati di via Acquaviva per effetto della pista ciclabile. Una scelta non condivisa dagli esercenti che temono un calo di presenze e incassi.

«Per noi la sosta lungo questa strada è di vitale importanza - fa notare Antonio Fusco, titolare di un panificio - eliminarla significherebbe azzerare il commercio. I nostri clienti si fermano, fanno i loro acquisti e vanno via. Nessuno di loro si sognerebbe di parcheggiare in via Feudo, e quindi a un chilometro da qui. Se l'obiettivo del parcheggio è questo, consiglio vivamente di lasciar perdere e di destinare i fondi previsti, circa quattro milioni di euro, a opere che possano contribuire a sviluppare realmente questo quartiere abbandonato al degrado da trent'anni». Ne è convinto anche Giuseppe Maddaloni, titolare di una macelleria: «La cultura della bici qui non c'è - commenta il cliente - è abituato a sostare davanti al negozio altrimenti, se ciò non è possibile, cambia strada e pure negozio. Pensassero a riparare la pavimentazione tutta sconnessa dei marciapiedi, a sostituire l'arredo urbano, a potare gli alberi, a pulire i tombini ostruiti che quando piove qui si allaga tutto. Questo è ciò di cui abbiamo bisogno in via Acquaviva».

«Siamo il quartiere più densamente abitato della città - fa notare Enrico Fiore, titolare di una pasticceria - e anche quello che conta il maggior numero di persone anziane, più che alla ciclovia io penserei a mettere qualche panchina in più per loro». Michele Elico, titolare di un negozio di abbigliamento aggiunge che «la situazione economica del commercio è già molto triste e ci tocca fare i conti con un vistoso calo delle vendite, il nostro auspicio è di essere aiutati dall'amministrazione non penalizzati ulteriormente con decisioni calate dall'alto e non condivise con la comunità cui sono destinate».

Ancora più critico il barbiere Antonio Di Silvestro: «Qualcuno ci spieghi l'utilità di questo parcheggio, come se non bastassero tutti quelli che ci sono già in città. Tra l'altro sorgerà in una zona poco illuminata e poco sicura attualmente frequentata prevalentemente dai pendolari e non certo dai residenti del quartiere».

Antonio Corcione abita in una delle traverse di via Acquaviva: «Qui ci sono tanti palazzi vecchi senza garage - spiega - e anche chi ne ha uno, parcheggia la seconda vettura lungo la strada. Privarli del posto auto innescherà molti disagi e non farà che intasare le stradine laterali e aumentare i veicoli in divieto di sosta. Mi chiedo perché non destinare questi fondi ad opere più urgenti». Per Rosa D'Argenio, residente in via Trento, «il parcheggio in via Feudo è inutile, aggiungerà soltanto altro cemento in una zona che avrebbe invece bisogno di più spazi verdi». Altre due residenti, Rachele e Carmen, che preferiscono non indicare il cognome, si dicono pronte a firmare una petizione per dire no al parking interrato e no alla ciclabile. 

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Tenta di rasserenare gli animi don Antonello Giannotti, parroco della Chiesa di Lourdes, che ricorda l'importanza degli interventi del Pinqua «che consentiranno dice di rigenerare l'intero quartiere». Critico Vincenzo Fiano del comitato Città Viva che, insieme ad altre trenta associazioni, si batte da un anno contro la realizzazione dell'opera. «Abbiamo appreso con grande stupore che la Soprintendenza, dopo aver rilasciato due mesi fa un preavviso di parere negativo, ha deciso ora di rovesciare il suo verdetto senza che nel frattempo siano subentrati elementi di novità. Le prescrizioni dettate si riferiscono infatti a dati ben evidenti nel progetto del Comune fin dal principio». Tra gli ambientalisti c'è chi infine fa notare che nelle prescrizioni non si fa alcun riferimento alle violazioni del Piano territoriale paesistico riscontrate nel progetto. Dal Comune intanto fanno sapere che tutte le indicazioni della Soprintendenza verranno rispettate. 

 

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