Lago Patria e Varcaturo, allarme per la gang dei narcotici

Lago Patria e Varcaturo, allarme per la gang dei narcotici
di Antonio Menna
Martedì 29 Settembre 2015, 09:33 - Ultimo agg. 10:25
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Entrano a notte fonda nelle villette isolate del litorale domizio. Saltano il cancello e, approfittando di finestre o balconi aperti, spruzzano un gas narcotizzante all’interno delle case. Gli abitanti, che vista l’ora tarda spesso sono già a letto, piombano in un sonno lunghissimo e profondo. Quando si svegliano, la sorpresa. Non c’è più nulla. Tutto rubato. A stento gli hanno lasciato il letto sotto la schiena. Via gli elettrodomestici, i televisori, i computer. Ovviamente, preziosi e valori. Via i portafogli, le casseforti. Armadi interi di vestiti. E, per non farsi mancare nulla, via anche le auto parcheggiate nel garage. I banditi trovano le chiavi, scendono nel box e se ne vanno con tutto il parco mezzi.



Succede tra Lago Patria e Varcaturo, dove da alcune settimane è all’opera una banda specializzata in furti nelle abitazioni con la tecnica della narcotizzazione degli abitanti. Si segnalano, dai primi di agosto, almeno otto episodi del genere. Tutti con le stesse caratteristiche.



Prese di mira soprattutto le villette più isolate, che nella zona sono tante. Si tratta di un gruppo di ladri molto abili e attenti. Capaci di disattivare gli antifurti sonori, di evitare i sistemi di videosorveglianza e di entrare nelle case senza lasciare traccia. Chi ci passa, ne esce sotto choc. In molti hanno lasciato le loro case e sono andati via.



«Un’esperienza terribile – dice Michele, di Lago Patria, derubato così, nel sonno, a luglio e da allora incapace di rimettere piede nella sua villetta - Io e mia moglie non riusciamo più a chiudere occhio. L’idea che quelle persone fossero intorno a noi mentre dormivamo ci agghiaccia. Non è solo la rabbia per il furto subito ma è la violenza nel tuo privato. Non sentirsi sicuri neppure in casa propria, nemmeno nel sonno. È la violazione dell’intimità che fa più male».



«I ladri, una notte – scrive su Facebook Lucia Mori – sono entrati in varie ville del comprensorio. Noi eravamo in casa a dormire, non ci siamo accorti di nulla. Negli ultimi mesi, solo nel nostro parco, sono venuti diverse volte. Secondo i carabinieri l’unica arma possibile sono antifurti e meccanismi di autodifesa. Ma il fenomeno sembra inarrestabile».



“Sigillarsi in casa”, è il rimedio di chi vive in zona. Non aprire a nessuno. Non tenere le finestre aperte né i balconi. Silvia Nespoli, su Facebook, annuncia di voler mettere del filo spinato lungo tutto il perimetro del giardino. «Mi hanno detto – scrive - che più volte i ladri sono entrati passando da lì. Non è che un deterrente semplice ma sarei più tranquilla!».



Altri hanno provato con cani da guardia. «Inutile – fa notare Roberto – sono i primi ad essere narcotizzati». Curiosamente queste bande sembrano essere capaci di immunizzare rapidamente molti antifurti sonori. Identificano, probabilmente con lunghi sopralluoghi, le cassette elettriche, facendole saltare. Qualcuno ha pensato di collocare sensori di movimento nei giardini che illuminino tutto a giorno e consentano alle telecamere di attivarsi, alimentando il tutto con gruppi di continuità per schivare il taglio della luce. Una corsa all’ultimo rimedio, insomma, per una vera e propria psicosi collettiva.



«C’è bisogno di polizia e carabinieri sul territorio – si sfoga Giuseppe, che abita al Parco verde tra Licola e Cuma, a qualche centinaio di metri dal depuratore e dalla Domiziana - Noi da soli che possiamo fare? Mica possiamo armarci e difenderci con le nostre mani? I pericoli sono enormi. Abbiamo strade buie, non vigilate. Anche tornare a casa la sera e aprire il cancello col telecomando fa paura. Non sai chi si può infilare dentro né puoi controllare qualunque cosa. Soffrono anche i commercianti, che stanno chiudendo tutti. C’è un clima da emergenza ma nessuno sembra volersene fare carico».



Molti parchi privati si stanno attrezzando con società di vigilanza. Guardie giurate che, in auto, girano la notte a perlustrare. Lo hanno fatto nelle cinque traverse del Parco Noce, a via Madonna del Pantano. E nel comprensorio del Parco Verde. «Due settimane fa sono entrati a casa mia – scrive allarmata su Facebook Monica - , mia figlia è stata minacciata con la pistola dopo aver sorpreso il ladro nella camera da letto. Tutto questo alle 19.30, con i bambini in casa». Un incubo tra le mura domestiche.

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