Teatro San Carlo di Napoli, via Lissner ma manca il successore

Fuortes lascia la Rai usando toni durissimi: «Non ci sono più le condizioni per proseguire il mio lavoro di amministratore delegato»

Stephane Lissner
Stephane Lissner
Maria Pirrodi Maria Pirro
Martedì 9 Maggio 2023, 07:00 - Ultimo agg. 12 Maggio, 21:59
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La trama si complica: adesso il San Carlo si ritrova davanti il vuoto. In un caos drammatico, politicamente rovinoso. Con un sovrintendente stimato ma in bilico, che dal primo giugno il governo vorrebbe far decadere per lasciare il posto a un erede che, però, non c'è. A giudicare dalle indiscrezioni, quello designato non appare interessato (o almeno non più o non ora).

Protagonista del colpo di scena: Carlo Fuortes, il nome altisonante indicato nello spoils system, si è dimesso dalla Rai in anticipo sui tempi previsti dallo stesso esecutivo, usando toni durissimi: «Non ci sono più le condizioni per proseguire il mio lavoro di amministratore delegato», ha dichiarato ieri, colpendo indirettamente Napoli. Difficile, a questo punto, che il 63enne romano decida di trasferirsi in città per subentrare a Stéphane Lissner, a meno che non stia dicendo così solo per evitare di finire nelle polemiche sull'avvicendamento forzato. «Se è vero quello che abbiamo letto sui giornali e Lissner viene sacrificato per uno scambio, si tratta di un metodo inaccettabile e ingiustificabile. A prescindere dell'indiscutibile valore di Fuortes», ribadisce il giornalista e saggista Alessandro Barbano, nel consiglio di indirizzo della fondazione del teatro che dovrebbe riunirsi per approvare il bilancio martedì 16 maggio.

In ogni caso l'iter per tentare di mandare in pensione il manager francese appare avviato.

Approvata in Consiglio dei ministri, giovedì 4 maggio, la norma stabilisce che, compiuti i 70 anni, il contratto per la carica di sovrintendente «si risolve di diritto», eliminando le distinzioni tra italiani e stranieri. Compreso Lissner, che ha raggiunto il limite d'età il 23 gennaio 2023, nonostante abbia un mandato in scadenza soltanto ad aprile 2025. Luciano Schifone, consigliere del ministro della Cultura, chiarisce il percorso «complesso», ma fissato, almeno sulla carta: il decreto-legge dovrebbe essere pubblicato oggi, se non domani, in Gazzetta ufficiale. Subito dopo, «il governo ne prenderà atto e lo comunicherà al teatro, che è chiamato a informare il diretto interessato». Chiaro che Lissner potrebbe fare valere le sue ragioni, facendo ricorso: lo ha lasciato presagire in una lettera inviata al consiglio di indirizzo e, per conoscenza, al ministro Gennaro Sangiuliano, al presidente della giunta campana Vincenzo De Luca e al sindaco di Napoli Gaetano Manfredi. E, in una riunione con il direttore del personale del San Carlo e i sindacati, ieri pomeriggio «ha confermato che, affinché i suoi legali possano fare tutte le valutazioni del caso, bisognerà attendere la pubblicazione del testo definitivo in Gazzetta». Poi ha ribadito gli impegni assunti con i lavoratori, per la stabilizzazione, la lotta alla precarietà, la dotazione organica («Argomenti che verranno trattati durante il prossimo consiglio di indirizzo»). Nella sintesi del confronto, Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil e Fials-Cisal hanno espresso invece «preoccupazione»: «stigmatizzano il metodo utilizzato dal governo per favorire il cambio della governance». Su change.org oltre 400 hanno sottoscritto una petizione internazionale aperta dalla melomane Christine Chatillon, «cui si aggiunge una lettera con 300 firme, tra tutti Jack Lang», spiega la promotrice Mariella Pandolfi con Alberto Lucarelli e Gabriella Ferrari Bravo sostenuta anche da Nino Daniele, Stefania Brancaccio, Giorgia Abetino, Cristina Donadio, Pietro Spirito, Laura Trisorio, Lorenza Foschini, Riccardo e Tullia Imperiali di Francavilla.
Il timore è che il teatro possa trovarsi mutilato di un futuro chiaro quanto necessario.

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Il nome del successore di Lissner non sembra scontato, i segnali non appaiono incoraggianti: per le divisioni politiche, dietro le quinte ed evidenti. De Luca isolato dal Pd di Elly Schlein, Manfredi che si smarca da Sangiuliano, divisi sul giudizio dell'operato d manager francese. Di accordi non si parla, ma saranno fondamentali per conservare nelle mani del centrosinistra campano la scelta del sovrintendente da proporre al ministro. «Per individuare il sovrintendente che può decidere di ricoprire anche il ruolo di direttore artistico, cumulando i due incarichi, come Lissner, o affidarlo a un esperto, il consiglio di indirizzo è chiamato a stabilire un profilo: come per tutte le fondazioni liriche, va fatta una manifestazione di interesse», chiarisce Mariano Bruno, il manager esperto nel consiglio di indirizzo, che ricorda che nel 2019 «ci vollero un paio di mesi». 

Senza dubbio, gradita al ministro sarebbe Cecilia Gasdia, da poco nominata sovrintendente della Fondazione Arena di Verona. Si fa notare anche il violinista romano, di origini sannite, Maurizio Pietrantonio, manager culturale e musicologo, dal 21 ottobre 2020 direttore generale della Fondazione Ravello.

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