Teatro San Carlo di Napoli, Lissner vince anche il secondo round in tribunale

Il 70enne francese resta sovrintendente del teatro San Carlo

Stephane Lissner al Teatro San Carlo di Napoli
Stephane Lissner al Teatro San Carlo di Napoli
Maria Pirrodi Maria Pirro
Mercoledì 25 Ottobre 2023, 12:21 - Ultimo agg. 27 Ottobre, 17:33
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Mandato in «pensione» per decreto legge, il manager francese resta invece alla guida del San Carlo. Il tribunale di Napoli gli dà ragione per la seconda volta, respinge anche il reclamo contro il suo ritorno in teatro. Di più. Sostiene che la norma che lo ha fatto fuori «è stata introdotta per essere volutamente applicata un’unica volta». «Costruita ad personam, cioè per lo specifico ed esclusivo incarico ricoperto da Lissner, il quale era l’unico sovrintendente a trovarsi nella situazione prevista»: aver compiuto i 70 anni prima dell’entrata in vigore della disposizione, e avere un incarico ancora un corso... La risoluzione automatica del rapporto di lavoro ha (più) profili di illegittimità costituzionale». Tant’è che il collegio giudicante decide di inviare immediatamente gli atti alla Consulta, sospendendo la revoca del mandato fino al verdetto.
 

Il motivo è spiegato nell’ordinanza: «Qualunque meccanismo di cessazione automatica ex lege di incarichi di funzioni dirigenziali, vieppiù ove ricondotto al mutare del governo in carica, si pone in conflitto con gli articoli 97 e 98 della Costituzione», ma anche con gli articoli 3 e 77 nel caso in questione. Secondo i magistrati, la disposizione che ha licenziato Lissner quasi dalla sera alla mattina «non risponde a canoni di ragionevolezza e di coerenza, non è funzionale ad obiettivi di interesse pubblico generale, incide negativamente sui principi di buon andamento e continuità dell’azione amministrativa, è lesiva dell’affidamento meritevole di tutela dell’unico lavoratore destinatario della norma ad hoc». Ancora: «È stata adottata con decreto legge in assenza dei prescritti requisiti di necessità e urgenza», perché «lungi dal dettare una disciplina organica di riordino delle fondazioni liriche, si è limitata a introdurre un limite di età per l’accesso agli incarichi e una specifica ipotesi di risoluzione automatica del rapporto di lavoro del solo sovrintendente». Peraltro, ce ne sono in Italia «solo 14». Il caso, insomma, è tutto politico. Dagli uffici romani della Cultura Gennaro Sangiuliano preferisce, però, non commentare. «La decisione del tribunale certifica il fallimento del governo e del ministro, lo incalza il deputato napoletano del M5s Dario Carotenuto.


Nel giorno in cui viene cancellata al San Carlo la prima di «Maometto II», causa sciopero nazionale contro il governo sul rinnovo del contratto, da Napoli Stéphane Lissner intona il suo inno alla gioia: «Sono quantomai soddisfatto perché la mia volontà è sempre stata solo poter portare a termine il mio mandato come sovrintendente e direttore artistico. Rimane l’amarezza rispetto a una vicenda che ha danneggiato il lavoro e la reputazione del teatro e che, sin dall’inizio, ho trovato senza una sua logica accettabile». Il pool che lo difende composto dal giuslavorista Claudio Morpurgo, dal costituzionalista Giulio Enea Vigevani (università Milano-Bicocca) e dall’esperto di governance Pietro Fioruzzi anticipa i prossimi sviluppi: «Ora la Corte costituzionale dovrà pronunciarsi sulla norma “incriminata” e nel frattempo il maestro Lissner potrà continuare a svolgere la propria opera a favore della fondazione San Carlo».

Invece, Carlo Fuortes, l’ex amministratore delegato della Rai insediato a settembre scorso al posto di Lissner e poi “licenziato” dal primo provvedimento del tribunale, potrebbe far valere le sue ragioni, come ha preannunciato in una lettera inviata al San Carlo dal suo avvocato. Senza parlare delle richieste di risarcimento, da una parte e dall’altra. Il sindaco Gaetano Manfredi, che presiede la fondazione lirica, si dice sollevato, nonostante tutto: «Il San Carlo, i suoi lavoratori, la città e i tantissimi amanti del Massimo necessitavano di un punto di chiarezza che consentisse di garantire una lunga e solida programmazione artistica».

E ricorda di aver solo applicato le leggi dello Stato: «In piena sintonia con le altre istituzioni coinvolte». 

E ora? « Lissner manterrà alta la qualità artistica del San Carlo», ma Manfredi conferma pure «la stima e la fiducia nelle capacità manageriali di Fuortes che, benché in un periodo molto breve, ha ben operato nell’interesse del teatro». Altre questioni restano, tuttavia, da affrontare: rsu e segreterie regionali gli chiedono un «incontro chiarificatore» e lamentano «un clima di una sfiducia da parte della maggioranza dei lavoratori sull’operato della direzione del San Carlo». Per i precari e gli idonei ai concorsi che finora non sono stati assunti, nonostante i vuoti in organico. E in tutta Italia prosegue la battaglia per il rinnovo del contratto di categoria: respinta la piattaforma sottoscritta da sindacati e Anfols, c’è l’intenzione di proseguire con gli scioperi.

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