Teatro San Carlo di Napoli, lite continua: Lissner prepara il ricorso

Resta il nodo della retroattività del decreto sul limite di età di 70 anni

Stephane Lissner tra Gaetano Manfredi e Gennaro Sangiuliano
Stephane Lissner tra Gaetano Manfredi e Gennaro Sangiuliano
di Giovanni Chianelli
Domenica 7 Maggio 2023, 08:00 - Ultimo agg. 8 Maggio, 09:24
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Nell'affaire San Carlo il problema adesso è il tempo. Prima di tutto quello dell'entrata in vigore del decreto sul limite di età di 70 anni per i sovrintendenti e altri incarichi negli enti lirici: dalla sua trincea, Stephane Lissner ricorda che all'inizio gli era stato detto che la norma sarebbe stata effettiva dal 1 giugno, ora invece si dice dal 10. Pochi giorni di differenza che potrebbero rivelarsi decisivi per l'iter burocratico, che prevede che la legge venga pubblicata e poi controfirmata dal presidente della Repubblica.

Serve tempo soprattutto per blindare il decreto che, liberando il posto di guida del teatro più antico del mondo, libererebbe a sua volta quello di guida della Rai: tutto avviene per portare a Napoli l'attuale amministratore delegato di Viale Mazzini, Carlo Fuortes. Il tema più scottante è quello della retroattività: ci si chiede se il provvedimento possa coinvolgere i contratti in essere. «A differenza dei decreti che riguardano fattispecie penali, in questo ambito amministrativo la retroattività non può essere considerata fattore di vizio», sostiene Luciano Schifone, consigliere del ministro Gennaro Sangiuliano.

Che, comunque, predica prudenza: «Serve attendere il protocollo di approvazione, una virgola potrebbe cambiare molto il senso della norma».

Per il consiglio di indirizzo del teatro c'è il commento di Alessandro Barbano, in quota ministero della Cultura (ma eletto all'epoca di Franceschini): «La legge varata, che dichiara la decadenza legata a limiti di età, non dovrebbe essere retroattiva, ovvero non dovrebbe incidere sui contratti in corso. Ma se il governo ci comunicherà che il sovrintendente è decaduto, allora non potremo che prenderne atto». Barbano ha un'altra perplessità, come dichiara al «Corriere del Mezzogiorno»: «Il San Carlo non è un ente economico. Deve emettere un bando, ci vogliono delle candidature». Le proteste dell'opposizione e dei sindacati per la «norma ad personam» non si fermano. «Per la sete di poltrone il governo rischia di fare pasticci», avverte il Pd, mentre Fnsi e Usigrai parlano di «scempio istituzionale». Il governo difende invece l'operazione, spiegando che è legata a esigenze di riordino del settore.

Intanto, Fuortes rimane al suo posto e il governo Meloni è costretto a rimandare le mosse per lo spoil system della tv pubblica. Lissner ha più volte detto che farà parlare i suoi legali: «Da lunedì i miei avvocati sono al lavoro, pronti a rispondere a tutte le domande». Lunedì è domani. Come si comporterà, in presenza di ricorso, il consiglio di indirizzo del teatro, guidato dal sindaco di Napoli Gaetano Manfredi? Per ora il primo cittadino dà una cauta solidarietà al sovrintendente, bocciato invece dal governatore Vincenzo De Luca: «Lissner fino ad adesso ha fatto un lavoro straordinario e credo che non ci sia alcun giudizio negativo su di lui ma solo considerazioni positive. Valuteremo la norma e ci muoveremo di conseguenza».

In tutte queste attese c'è il rischio che un ricorso di Lissner blocchi la nomina del suo erede. In quel caso il San Carlo resterebbe senza guida? È quello che temono soprattutto i sindacati: «Sembra paradossale che sia programmata una stagione di grande livello e ci possa al contempo essere un'atmosfera di tale destabilizzazione che riguarda i vertici dell'ente lirico come il resto dei lavoratori», osserva Salvatore Capone di Fistel Cisl: «Al di là dei nomi e delle leggi, che se vengono approvate dovranno essere attuate, siamo preoccupati del destino del teatro». Gli fa eco Gianluca Daniele della Cgil, polemico sul fatto che le scelte «non vengano fatte per questioni artistiche ma decise nelle stanze del potere, quando c'è un consiglio di indirizzo che dovrebbe determinare candidature e nomine». I rappresentanti delle parti sociali fanno sapere che Lissner ha convocato una riunione con i sindacati nei primissimi giorni della prossima settimana, dopo che i suoi avvocati si saranno espressi sulla questione annunciando le prossime mosse.

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Lo stallo crea problemi anche alla Scala dove, avendo superato i 70 anni, dovrebbero decadere dal cda nomi importanti come quelli di Giovanni Bazoli e Francesco Micheli, ma anche quello del direttore della filarmonica Riccardo Chailly. L'attuale sovrintendente del lirico milanese Dominique Meyer, poi, con gli effetti del nuovo decreto non potrà bissare il suo primo mandato, che scade tra due anni, lasciando così la porta aperta per Fuortes che vuole a tutti i costi la direzione della Scala e che ha l'età 63 anni per un mandato, uno solo anche lui. Ma il San Carlo subirebbe così un nuovo trauma con un ennesimo cambio di guida. 

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