Cremona, incendio in carcere: protesta per psicofarmaco, detenuti appiccano il fuoco. Evacuati in 80

Alla base del gesto ci sarebbe la protesta per la decisione di non somministrare più uno psicofarmaco ai detenuti

Cremona, incendio in carcere: protesta per psicofarmaco, detenuti appiccano il fuoco. Evacuati in 80
Cremona, incendio in carcere: protesta per psicofarmaco, detenuti appiccano il fuoco. Evacuati in 80
Sabato 4 Giugno 2022, 11:39 - Ultimo agg. 17:57
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È stato un venerdì notte di fiamme, allarme ed emergenza, nel carcere di Cremona: intorno alle 22, dopo che l'area sanitaria dell'istituto ha deciso di sospendere la distribuzione di un farmaco utilizzato per trattare gli stati d'ansia, alcuni detenuti, per la maggior parte stranieri, hanno inscenato una sorta di rivolta e dopo aver messo in subbuglio due sezioni del vecchio padiglione hanno appiccato il fuoco nelle rispettive celle, in due comparti detentivi su due piani del fabbricato, il secondo e il terzo. È stata necessaria l'evacuazione di ottanta persone, condotti ai cosiddetti passeggi (quando si esce di cella per camminare). I vigili del fuoco, immediatamente chiamati e intervenuti in supporto agli agenti della Polizia penitenziaria, hanno impiegato alcune ore per contenere l'incendio, definitivamente domato poco prima delle 2 con il penitenziario di via Cà del Ferro presidiato dalle forze dell'ordine lungo tutto il perimetro esterno. Alla fine, nessun ferito grave ma qualche intossicato lieve e, invece, danni ingenti. «Posso dire che tutto è stato gestito con fatica ma nel migliore dei modi e con grande professionalità — ha spiegato la direttrice, Rossella Padula —. Certamente è stato tutto molto complicato. Ora si stanno accertando le responsabilità». Rassicurazioni che non bastano ai sindacati degli agenti da tempo molto critici sulla situazione della casa circondariale cremonese. «La situazione è sfuggita di mano all'Amministrazione e solo la professionalità e l'abnegazione del personale di Polizia penitenziaria, che sta lavorando senza adeguati strumenti e sotto organico soprattutto nelle ore serali e notturne, ha consentito di evitare il peggio», ha commentato Alfonso Greco, segretario regionale per la Lombardia del Sappe. A stretto giro, l'atto di accusa del segretario generale del medesimo sindacato, Donato Capece: «È grave che il provveditore regionale penitenziario della Lombardia, Pietro Buffa, abbia clamorosamente sottovalutato gli ultimi eventi critici accaduti a Cremona, come l'incendio doloso che ha costretto un poliziotto a finire in ospedale in camera iperbarica e l'aggressione di un detenuto che ha tentato di strangolare un agente. È inaccettabile. Ed è finito - ha aggiunto - il tempo delle false promesse: chiediamo al Ministero della Giustizia e al governo, al ministro Cartabia e al premier Draghi, ognuno per la propria parte di competenza, provvedimenti urgenti». Simili le considerazioni dell'altro sindacato, la Uilpa, con Gennarino De Fazio, segretario generale, che ricorre ad un'immagine non solo simbolica: «Nelle carceri da troppo tempo si vive l'inferno, talvolta, come nel caso di Cremona, non solo metaforico. È la disfatta dello Stato, che resta inerme di fronte allo sfacelo più totale».

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