I bimbi fragili del Ruggi guerrieri
contro il Covid: «Super-eroi con la dose»

I bimbi fragili del Ruggi guerrieri contro il Covid: «Super-eroi con la dose»
di Monica Trotta
Lunedì 31 Gennaio 2022, 07:26
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Li chiamano pazienti fragili ma in realtà sono solidi come rocce. Piccoli guerrieri abituati a combattere contro malattie, più o meno gravi, ed ora contro il Covid. Di fronte al rischio di contagiarsi non hanno esitato a vaccinarsi, perfettamente consapevoli loro e le loro famiglie che il vaccino protegge e che nel loro caso il siero è davvero indispensabile. Eccoli ieri mattina in compagnia di mamma e papà nel reparto di pediatria del Ruggi chiamati a sottoporsi alla dose di richiamo dopo tre settimane dalla prima. Per loro, piccoli pazienti che sono in cura al day hospital della pediatria, è stato organizzato un centro vaccinale all'interno del reparto con un percorso di gioco e intrattenimento in modo da alleviare la preoccupazione per il siero.

Angela, 5 anni, capelli raccolti in due trecce, attende il suo turno inforcando un pennello. «Sto aspettando di essere chiamata, non mi fa paura la siringa. Vedi che bel disegno, è un cuore rosa che ho appena finito di dipingere» racconta con invidiabile sicurezza. Antonio e Michele, sei anni, sono due fratelli, hanno appena fatto la vaccinazione e vogliono la giusta ricompensa, dolci e caramelle che in due cesti rossi sono stati preparati per i piccoli ospiti. «Mio fratello Antonio si è messo a piangere. Io no, non ho avuto paura» dice con fierezza Michele.

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Tutto intorno è un trionfo di colori, alberi, uccelli, mongolfiere e castelli, venuti fuori da un progetto dell'Ail e dall'arte di Silvio Irilli che ha affrescato la ludoteca della pediatria. In questa stanza che è piena di pennarelli, colori, plastilina, peluche, banchetti e sedie, immaginata come un bosco incantato, i bambini sostano prima e dopo la vaccinazione. È uno spazio pensato per i pazienti del day hospital della pediatria, soprattutto per chi deve sottoporsi a terapie oncologiche, e ora destinato al percorso delle vaccinazioni. Simone ed Angela hanno appena terminato l'iter e possono andare a casa. Si fermano nel corridoio dalle pareti super colorate e mostrano fieri l'attestato di coraggio con tanto di congratulazioni e di immagini di due supereroi minuti di siringa che inseguono il virus. Per premio ricevono dalla madre bustine di gormiti oltre che coccole dai medici. «Siamo stati noi a contattare i bambini che afferiscono al day hospital della pediatria per varie patologie - spiega Daniela Melis, primario della clinica pediatrica - Sono una quarantina, hanno risposto tutti e sono venuti. Abbiamo organizzato un percorso che prevede la sosta nella ludoteca durante la quale noi medici diamo le informazioni ai genitori, poi la vaccinazione e infine una breve attesa sempre in ludoteca per una eventuale reazione. È andato tutto benissimo, avevamo allestito anche un carrello di pronto soccorso che per fortuna non è servito».

Li accoglie una equipe super specializzata dove accanto alla professoressa Melis, ci sono il primario di pediatria Pasquale Pisano, i pediatri Carla Mauro e Mauro Budetta. «Per questi pazienti fragili la vaccinazione è quanto mai necessaria - spiega il primario Pisano - I casi di bambini con Covid arrivati finora in pronto soccorso non sono stati mai gravi. Arrivano o con sintomi specifici come la febbre o per altri problemi e scopriamo che hanno il Covid. Ma dopo una visita li rimandiamo a casa. Per sette otto di loro che presentavano comorbilità è stato necessario il trasferimento al Santobono». Non sa più cosa inventarsi pur di far sorridere i bambini, la presidente dell'Ail Elvira Tulimieri. S'infila cappelli colorati in testa, impasta colori, racconta storie accanto alla volontaria dell'Ail Carmen Milone. «Per questi bambini venire in ospedale è sempre uno stress perché hanno già conosciuto la malattia - spiega la presidente Tulimieri - Spesso sono stati spaventati da voci sbagliate che il vaccino potrebbe farli star male. La ludoteca è un luogo che conoscono, nata grazie a un progetto dell'Ail. Ci crediamo dal 2008, accogliamo i bambini tramite il gioco, la loro paura si trasforma in emozione».
 

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