Infiltrazioni di liquami chiuso il Museo Tafuri a Salerno: «Zero risposte da 4 mesi»

Largo Cassavecchia, inaccessibile la collezione di ceramiche storiche. Simona, nipote del fondatore Alfonso: ho scritto a Comune, vigili urbani e Asl

Le infiltrazioni al museo
Le infiltrazioni al museo
di Barbara Cangiano
Giovedì 1 Giugno 2023, 07:00 - Ultimo agg. 12:40
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Era il 26 settembre del 1987 quando Alfonso Tafuri, collezionista, amante dell’arte e appassionato ambientalista, aprì le porte del museo della ceramica di largo Cassavecchia, un piccolo gioiello nel cuore del centro storico che ospita quasi un migliaio di pezzi di ceramica.

Un racconto della storia della città e delle sue tradizioni che da circa quattro mesi si è bruscamente interrotto. La struttura è infatti chiusa al pubblico a causa di un problema di infiltrazioni che la rende praticamente inaccessibile.

«È dal 1992 che mi prendo cura di questa collezione privata che è entrata a far parte della rete dei musei promossa dal Comune – racconta la nipote Simona – Vorrei tanto che si riuscisse a trovare una soluzione per garantire ai tanti turisti che stanno arrivando in questi giorni in città la possibilità di ammirare le ceramiche che mio zio ha pazientemente recuperato». La responsabile del museo ha inviato anche una nota all’amministrazione comunale, ai vigili urbani e all’Asl, per segnalare «la presenza di copiose infiltrazioni di acqua maleodorante all’interno dei locali, che impediscono l’esercizio delle attività rivolte al pubblico costituito in particolare da giovani studenti delle scuole del territorio. Tali infiltrazioni di scarico di latrina provenienti da un cunicolo malsano e pericoloso per la presenza, tra l’altro, di tubature in amianto, sito in vicolo Cassavecchia 23, vanno avanti da circa quattro mesi nonostante le insistenti segnalazioni ai vari amministratori dei condomini e proprietari di immobili circostanti – si legge nella nota - Il museo, inserito nel sistema di rete museale cittadino, è aperto al pubblico in alcuni giorni della settimana e durante le manifestazioni istituzionali. Pertanto si chiede un sollecito intervento per individuare le cause, i fattori di rischio e valutare misure restrittive nei confronti dei responsabili di tale situazione».

Per documentare le condizioni in cui attualmente versa l’immobile, Tafuri ha commissionato una perizia affidata all’architetto Elisabetta De Rosa, nella quale si precisa che le infiltrazioni hanno provocato «ingenti danni all’ipogeo del museo dove sono custoditi pezzi di antiquariato di inestimabile valore storico ed artistico». Sono due i condomini ad essere coinvolti, ma come precisa la professionista nella sua relazione tecnica, i confronti che finora si sono succeduti sono stati infruttuosi. Durante uno degli ultimi incontri «fu stabilito un pronto intervento» ma ad oggi non si è ancora mosso nulla, anzi la situazione è peggiorata in quanto il liquame rischia seriamente di danneggiare le opere. Il museo raccoglie gli oggetti in ceramica – a partire dal XVI secolo - rinvenuti negli ultimi anni a Salerno durante gli scavi per il restauro di edifici pubblici e privati, nel corso di lavori stradali o addirittura tra i rifiuti prodotti dai cantieri edili.

La collezione è divisa in diverse sezioni: si parte dalle riggiole, mattonelle in cotto di forma quadrata, utilizzata per i pavimenti e i rivestimenti di case, chiese e conventi, per arrivare poi alle targhe e ai pannelli devozionali di ceramica vietrese e napoletana. Da segnalare in particolare la produzione del cosiddetto «periodo tedesco» 1920-1945, che comprende numerosi oggetti di particolare pregio artistico. «La mia speranza è che il Comune possa intervenire e suggerirci la strada per poter riaprire al più presto il museo – continua Simona Tafuri – Anche se ospitiamo una collezione privata e non abbiamo mai chiesto sostegni, svolgiamo, compatibilmente ad altri impegni, una funziona pubblica ed è un vero peccato che così tanti tasselli della memoria di questa città restino a marcire ancora senza poter essere invece vissuti e apprezzati dal pubblico, in particolare dai più giovani».

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