Trapianti, allarme solidarietà
De Rosa: «Donazioni ferme»

Trapianti, allarme solidarietà De Rosa: «Donazioni ferme»
di Sabino Russo
Martedì 3 Gennaio 2017, 08:38
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«A Salerno, in due anni, si ha avuto una sola donazione di organi». A lanciare l’allarme è il responsabile del Centro trapianti di rene del Ruggi Paride De Rosa, che chiede la messa in campo di azioni efficaci per intervenire sia sul piano organizzativo che culturale, provando così a colmare il gap che divide la provincia con la Campania, il cui dato è già di per sé basso, oltre che con la media nazionale.

In 10 anni il suo centro ha fatto registrare numeri importanti, diventando un punto di eccellenza in Campania e nel Mezzogiorno. Ripercorriamo le tappe di questo successo?
«Il primo intervento fu realizzato il 1 settembre 2006. Poi uno stop di quasi un anno, per consentire l’ammodernamento di tutte le strumentazioni diagnostiche e interventistiche e la formazione del personale. La ripresa delle attività l’8 dicembre 2007 e da allora sono stati 300 gli interventi. Ad oggi abbiamo raggiunto la quota dei 307 trapianti di rene. Non è solo il numero degli interventi effettuati a darci soddisfazione, ma anche i dati sulla sopravvivenza degli organi trapianti dopo l’operazione. Le statistiche, infatti, sono molto incoraggianti sia sulla proiezione a un anno che a cinque anni, dove ci attestiamo al 92 per cento, al di sopra della media nazionale, che è all’82 per cento».
Oltre i numeri, dal 2006 a oggi, la sua attività si è intrecciata con le storie di tanti pazienti che hanno potuto contare su una ritrovata speranza.
«Dalla prima trapiantata a oggi sono ormai tanti. Ricordo per tutte la storia molto complicata di un paziente, che l’ha raccontata nel corso della festa dei 300 trapianti. Lui ne ha avuti ben tre. Un primo di rene che non ha funzionato e un secondo di fegato con una epatite fulminante. Attualmente a Salerno, invece, ha un trapianto di fegato e di rene perfettamente funzionanti».
Nonostante tutto, a quanto sembra, la resistenza alla donazione degli organi al Sud e in Campania è ancora molto forte?
«Il trend delle donazioni, pur essendo leggermente in salita, in Campania è intorno ai 13 donatori per milione di abitanti. Un numero sicuramente più alto rispetto a quello dei 9 donatori del 2013, ma che ci attesta, in ogni caso, ancora 15 punti al di sotto della media nazionale, che è 28 donatori per milione di abitanti, con delle punte in Lombardia e in Toscana, dove si arriva anche a 34-35 donatori per milione. Questo è il gap che ci divide ancora con gli altri, nonostante i timidi segnali di crescita».
A Salerno, invece, come siamo messi?
«Il dato di Salerno è bassissimo. Non c’è una percezione della donazione. L’unico dato è solo quello relativo agli ospedali che donano. Salerno ha fatto una sola donazione nel 2016, grazie al gesto di estrema generosità della famiglia della povera Daniela, la giovane mamma di Mercato San Severino morta per aneurisma cerebrale a inizio dicembre. Questo perché la ragazza era iscritta nei registri nazionali dei donatori. Prima di allora Salerno non registrava un donatore da 2 anni».
 
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