I 50 anni in voga di Gianni Postiglione al Posillipo

Il Salone dei Trofei gremito di amici, allievi, ammiratori, campioni di oggi

Gianni Postiglione con Aldo Campagnola
Gianni Postiglione con Aldo Campagnola
di Diego Scarpitti
Domenica 5 Febbraio 2023, 22:37
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Mezzo secolo. Di gloria e di successi. I cinque cerchi fanno da sfondo e il Salone dei Trofei non poteva non essere gremito di amici, allievi, ammiratori, dei campioni di oggi come Ferdinando Chierchia e Davide Piovesana e della sezione rossoverde. Così come tutti i ragazzi degli anni ’70, intervenuti per celebrare i 50 anni in voga di Gianni Postiglione. Tra aneddoti, riconoscimenti, risate, carrambate e diffuso affetto, il Circolo Nautico Posillipo ha celebrato una sua eccellenza, che si è particolarmente distinta in Italia e nel mondo.

Warriors. Nel libro di Danielle Brittain viene espressamente ricordato per l’epic battle for Olympic Rowing Victory. Impatto ed esperienza. Da Napoli al Sudafrica per aiutare la nazionale di canottaggio del paese di Nelson Mandela ad imporsi. Impresa naturalmente centrata. Così come l’ultimo miracolo a Tokyo con Stefanos Ntouskos, il primo atleta ellenico a mettersi al collo la medaglia d'oro olimpica nella storia del canottaggio greco. E poi il ruolo di Coaching Director della FISA, attuale World Rowing. E le 9 nove edizioni delle Olimpiadi danno la cifra esatta dello spessore di Gianni Postiglione.  

 

Semplice e prospettica la sua filosofia, traslata nella culla dei Giochi e in Lituania. «La perfezione non esiste, serve scovare il campione nell’atleta. L’approccio più semplice è il migliore; non deve essere tutto troppo complicato». Empatia e simpatia prerequisiti per abbracciare il cambiamento. «Prossimi obiettivi Parigi 2024 con la Grecia e ci sono nuovi atleti di altri paesi che si stanno avvicinando (Svezia e Serbia)», racconta Postiglione, che ripercorre la sua vicenda sportiva.

«50 anni di grandi successi con atleti non solo in Italia. Il Posillipo la base dove poter perfezionare conoscenze ed esperienze». Tutto è nato all’ombra del Vesuvio. «Non c’è popolo più emozionale e sensitivo di quello napoletano.

E questo mi ha aiutato ad avere un rapporto migliore, pur non parlando la lingua degli altri. Quello che conta è il linguaggio universale dello sport e dell’espressione corporea. Conoscenza della persona e non solo meccanica dell’atleta. E nessuno degli atleti che ho seguito mi ha deluso, perché ci siamo conosciuti come persone», argomenta il classe 1951.

«Allenatore di guerrieri». Inizio nel 1973 e subito trionfo nella Lysistrata nel 1974. Si ritrova compatto l’equipaggio del tempo. «Devo tutti i risultati alla mia famiglia, a mia moglie Teresa e ai miei figli Francesca e Giovanni Luca», dice Postiglione, che riceve una targa dal valore simbolico, il remo d’oro e una docenza all’Università degli Studi di Roma Foro Italico in Management dello Sport  per l’anno accademico 2023/2024. Un tributo doveroso annunciato dall’avvocato Gennaro Terracciano nell’anno preolimpico che precede la 32esima rassegna estiva.

Non sono mancati gli interventi di Angelo Porcaro, Marcello James, Renato Gaeta (che ha ricordato l’esperienza sul Tamigi. Battuti gli inglesi a lezione di italiano: un vero spettacolo sui duemila metri) e del consigliere di settore Giuseppe Mango. Sono intervenuti Aldo Campagnola, presidente del Circolo Nautico Posillipo, Lino Giugno, presidente Fic Campania, Antonio Ilario, il vicepresidente amministrativo Filippo Smaldone, il consigliere alla pallanuoto Luigi Massimo Esposito, Vincenzo Triunfo, allenato in Nazionale per il Mondiale nel 1986 da Postiglione, che ha avuto nella sua schiera di atleti anche il bicampione olimpico Davide Tizzano nel periodo da settembre 1984 a maggio 1985.

Via di mani veloci, la sofferenza, il carattere, la forza di non arrendersi mai e l’aver contribuito alla formazione di molti. Dalla collina di Posillipo alla vetta del Monte Olimpo. «Nella vita bisogna credere a quello che si fa. I campioni olimpici si costruiscono con conoscenza ed esperienza. Bisogna trasmettere positività agli altri e trasferire impegno, persistenza e tenacia. Mai mollare: il lavoro paga sempre», ribadisce convinto Postiglione, che lancia un messaggio per i giovani.

«Lo sport è un gate, una porta per entrare in un altro livello della società. Molti ragazzi che hanno principi onesti, provenendo da una famiglia con valori sani, tramite lo sport possono aprirsi queste porte», tiene a precisare il plurititolato allenatore partenopeo. «I Circoli napoletani (Posillipo, Canottieri, Italia, Savoia) sono sempre state delle porte: siamo tutti diventati bravi in un campo grazie allo sport. E Napoli ha bisogno di esempi positivi. Un evento sportivo è un grande volano. Conoscere i campioni aiuta i giovani a capire che c’è un mondo che li aspetta e non che li respinge», conclude Postiglione.

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