Roma-Salernitana, intervista a Daniliuc: «Io, normal one da Mourinho per fare punti»

L'austriaco si racconta dentro e fuori dal campo

Flavius Daniliuc
Flavius Daniliuc
di Alfonso Maria Avagliano
Sabato 20 Maggio 2023, 10:40 - Ultimo agg. 12:22
6 Minuti di Lettura

Ama la normalità e la calma, ma quando è in campo alza il muro. Per Flavius Daniliuc l'annata che sta per chiudersi è un tassello importante: l'approdo in A, l'impiego con continuità (25 gettoni fin qui) e la prima chiamata in Nazionale. L'austriaco ha da poco compiuto 22 anni e non vuol fermarsi. Il prossimo step è imparare l'italiano, che capisce ma non mastica perfettamente. Per ora va liscio con l'inglese.

Flavius, le piace restare a lungo al Mary Rosy al termine delle sedute, affacciarsi sul mare e riflettere. Riavvolga il nastro a 270' dalla fine: è stata l'annata che si aspettava?
«Assolutamente. Quando il direttore mi ha prospettato l'idea di disputare così tante partite in Serie A con una squadra ambiziosa ed a soli 21 anni ho accettato subito. Avevo altre offerte dall'Italia, ma la più interessante l'ha fatta la Salernitana. Felice di aver accettato».

In che modo Sousa è stato valore aggiunto?
«Ha esposto un piano partita sempre pulito che ci ha ridato fiducia nei nostri mezzi, nelle situazioni di possesso palla, di attacco alla profondità, di aggressività nell'uno contro uno. Ci ha mostrato che si ottengono sempre risultati quando si lavora bene. Ogni settimana ha aggiunto un concetto nuovo».

Daniliuc, Lovato e Pirola, trio di post millennials su cui la Salernitana punta. Linea verde per il futuro?
«Penso sia la strada giusta.

Non è andata bene solo con l'Atalanta: non abbiamo preso gol, però la striscia di dieci partite senza perdere è stata importante. Abbiamo fatto ottime cose anche con altre big e i giovani in campo ci sono sempre stati».

C'è pure chi nello spogliatoio la chiama "little bro", fratello minore.
«Troost-Ekong! Trascorriamo spesso del tempo insieme, andiamo fuori a mangiare nei giorni liberi. In campo mi riempie di suggerimenti, è intelligente e mi sprona continuamente: ha solo 29 anni e già tanta esperienza in Nazionale e in Premier League».

Il Daniliuc col 5 sulla schiena è noto. Chi è Flavius?
«Una persona semplice. In famiglia siamo otto (le sorelle Diana e Andrea, i fratelli Ruben, Goran e i gemelli di due anni più grandi Daniel e Manuel, che si divertono nelle leghe dilettantistiche austriache). Quando torno a casa non sono "il calciatore", ma Flavius. Fuori dal campo mi piace fare cose normali, vestirmi in modo semplice. Vado in palestra, esco per una passeggiata. Se mi fermano i tifosi per delle foto va benissimo, ma di base sono un normal one'».

Lunedì c'è lo... Special. Salvezza dietro l'angolo, però occorre far bella figura fino alla fine.
«Certo, sarà un "top game". Abbiamo avuto quattro giorni di riposo ma ora siamo concentratissimi. A Roma vogliamo ottenere un risultato importante non solo per blindare la salvezza ma anche per la società e il suo progetto. Se facciamo punti anche lì, possiamo dire di averne tolti a tutte le big».

Ha un contratto fino al 2026. Si vede a Salerno a lungo?
«Mi trovo molto bene e se restassi ancora sarei contentissimo. La mia situazione contrattuale lascia aperte delle porte qualora ci fossero squadre in grado di pagare una clausola rescissoria (15 milioni). È tutto da vedere. Io vorrei rimanere».

L'esordio in Nazionale maggiore a marzo, una bella soddisfazione.
«Ne sono orgoglioso, devo dire grazie alla Salernitana che mi ha permesso di mettermi in mostra. Al Nizza non giocavo con continuità. Per essere preso in considerazione da un Ct, specialmente quello dell'Austria e se sei un difensore centrale, devi giocare sempre e in un campionato top. In Serie A ti misuri con calciatori forti, anche la nostra squadra lo è: in un gruppo competitivo anch'io ho potuto esprimermi al massimo».

Tre competizioni europee per club, altrettante italiane in finale: la Serie A è di nuovo il campionato più bello del mondo?
«Insieme alla Premier League. In Inghilterra il campionato è molto intenso, ricco e visto ma l'Italia ha fatto un bel salto con Inter, Roma e Fiorentina che si giocheranno le coppe».

L'attaccante più fastidioso da fronteggiare?
«Radonjic, Cabral e naturalmente Immobile. Credo sia paradossalmente più facile trovare la forza di marcare i grandi campioni. Ad esempio con Vlahovic penso di essermela cavata, idem con Leao e Kvara. Con Osimhen se l'è vista Gyomber (sorride)».

Siete ultimi negli expected goals contro (la statistica di pericolosità degli avversari di turno), quindi più sollecitati; ben 11 gol subiti di testa, dato più alto del torneo insieme alla Samp. Qualcosa da migliorare ancora c'è. «Vero, tutta questione di esperienza. Lavoriamo sodo per imparare dagli errori. Penso alla recente sfida con la Fiorentina: sei in vantaggio, non puoi distrarti e pareggiarla! Non vanno concessi ingenuamente calci di punizione o corner agli avversari. In alcuni casi abbiamo peccato d'inesperienza».

Ha fatto la trafila giovanile nel Bayern Monaco. Sousa dice di voler aiutare la società a costruire una mentalità vincente, un'aria identitaria da respirare appena si entra nel centro sportivo. Cosa manca per farlo a misura di Salernitana?
«A Salerno si lavora bene, sono tutti molto professionali intorno a noi, media compresi. In Germania però c'è più puntualità, i giovani portano rispetto agli altri, c'è più disciplina. Non è solo una cosa italiana, in Francia è la stessa cosa: i tedeschi sono più precisi».

Salerno le piace?
«Meglio di Nizza! Sono entrambe sul mare ma qui la gente è più umile. I tifosi sono straordinari. Sto imparando la lingua, spero di fare la prossima intervista in italiano».

Il «braccetto» di destra è la sua nuova strada?
«Ho iniziato la stagione da centrale e mi sono trovato bene. Anche sul centro-destra o dall'altro lato, non c'è differenza. Se giochiamo a quattro il mister mi schiera a destra per dare più copertura ma si perde qualcosa in fase offensiva. A Nizza mi è capitato di fare il terzino contro grandi squadre come Psg e Marsiglia per difendere meglio».

Che significa avere Ochoa a guardarvi le spalle? «Ci ha fatto guadagnare tanti punti con grandi parate. Sono felice di giocare con lui».

Le manca il gol...
«Qualche opportunità l'ho avuta, spero di farlo nelle ultime tre gare».

© RIPRODUZIONE RISERVATA