Benevento, Andreoletti ora è in bilico: fiducia a tempo

Dopo tre sconfitte nelle ultime quattro gare, tifosi inferociti

Sale la tensione dopo Benevento-Avellino
Sale la tensione dopo Benevento-Avellino
di Luigi Trusio
Martedì 12 Dicembre 2023, 08:59 - Ultimo agg. 12:20
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Una sconfitta che fa malissimo. Il dolore è paragonabile a quello procurato da una lama che trafigge la carne. Perché il derby con l'Avellino, per i tifosi, era la partita più importante della stagione. Per come è arrivata, e perché è la terza nelle ultime quattro. Come pure per l'incapacità di imporsi negli scontri diretti. Piove sul bagnato in casa giallorossa. Non bastavano gli strascichi del calcioscommesse, ora bisogna metabolizzare anche questa ennesima mazzata. Una legnata tra capo e collo.

E provare ad arginare un malcontento generale, che si sta diffondendo a macchia d'olio, nei riguardi dell'operato di Matteo Andreoletti.

Che avrà di sicuro le sue colpe, ma è costretto a fare i conti con la mediocrità dei singoli. Basti pensare ai troppi errori: Karic che regala palla agli avversari, Ferrante sbaglia rigori in movimento, El Kaouakibi non ne azzecca una. E se nella madre di tutte le partite sei costretto a fare entrare Tello (che tra qualche settimana sarà altrove) e il giovane Sorrentino che fino a quel momento ha collezionato una decina di minuti in tutto tra i professionisti, allora non c'è molto da inventarsi. In ogni caso si sta creando la stessa, spiacevole situazione verificatasi con Fabio Caserta. Con gran parte del pubblico che chiede la testa dell'allenatore. 

Oreste Vigorito sta riflettendo. Domenica sera lui, Carli e lo stesso Andreoletti si sono trattenuti allo stadio dopo che tutti erano andati via. Hanno parlato, si sono confrontati, ma solo per poco. Ieri invece c'è stato un lungo summit a Napoli, sempre fra presidente, direttore tecnico e allenatore. Il massimo dirigente, che non è affatto contento, ha chiesto lumi relativamente al momento complicato che sta attraversando la squadra.

D'altro canto già nel corso di una trasmissione televisiva, la settimana scorsa, Vigorito non si era mostrato soddisfatto: «Dopo 16 partite stiamo ancora sperimentando», aveva esclamato tra le altre cose. Esternando il suo disappunto per atteggiamento in campo e modo di giocare. Il tecnico ha fornito le sue spiegazioni in quello che è stato il primo, vero faccia a faccia da allora, e pare che il patron, per adesso, le abbia ritenute esaustive. Gli è stata rinnovata la fiducia, ma a tempo.

Già a Latina Vigorito vuole una svolta. La contestazione mossa al tecnico è che la squadra non abbia ancora una sua precisa identità. E siamo quasi al termine del girone d'andata. Il Benevento in estate è stato costruito per giocare con il 4-3-3. E ha tenuto in organico diversi giovani sui quali pareva intenzionato a puntare. O almeno così sembrava. Poi, dopo la sconfitta con la Turris e il lungo stop di Meccariello, l'inversione di marcia. In avvio, pur senza prestazioni particolarmente brillanti, con il 3-4-2-1 la squadra aveva acquisito una certa solidità e i risultati sono arrivati, anche oltre le più rosee previsioni. Andreoletti pertanto ha continuato su quella falsariga. Poi, con gli infortuni di Pinato e Simonetti, sono emersi i primi problemi, accentuati dal calo di rendimento di Talia e dall'infortunio di Berra. Ferrante si è inceppato (2 mesi senza segnare), Ciciretti ha trascorso più tempo in infermeria che sul campo, Agazzi non ha mai avuto i 90 minuti nelle gambe, Ciano e Bolsius spesso evanescenti e mai determinanti.

Il 3-5-2 non ha migliorato le cose. Anzi. La difesa ermetica ha cominciato a imbarcare acqua e Pastina è stato stoppato per la nota vicenda calcioscommesse. Il Benevento segna con il contagocce e ormai sono cinque partite che prende sempre gol. In trasferta va anche peggio. Ci sono contraddizioni da chiarire. Il tecnico in conferenza dice che la coperta è corta, il presidente in trasmissione aveva sentenziato »Siamo troppi, la rosa va sfoltita». Rianalizzando il derby, non si può negare che la squadra abbia giocato. Ma oltre all'ennesimo gol regalato, preoccupa l'incapacità capitalizzare le occasioni. Al momento le certezze sono due: avanti (per ora) con Andreoletti e a gennaio servono rinforzi in attacco.

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