Case negate a Benevento, Abbate: «Via i vertici dell'Acer»

Il caso degli alloggi popolari di Capodimonte

Il caso degli alloggi popolari di Capodimonte
Il caso degli alloggi popolari di Capodimonte
di Giuseppe Di Martino
Sabato 24 Giugno 2023, 11:00
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Nuova protesta degli assegnatari delle case Acer. Ieri 52 famiglie beneventane, ancora in attesa di uno degli alloggi popolari di Capodimonte, si sono ritrovate sotto gli uffici dell'Agenzia per l'edilizia residenziale per esternare il loro malcontento. Una vicenda che si protrae da 10 anni e che sembrava essere chiusa definitivamente quando, ad inizio anno, i vertici regionali Acer e il Comune di Benevento avevano ufficializzato un dettagliato cronoprogramma che avrebbe dovuto portare alla consegna ufficiale delle chiavi degli appartamenti. Dopo 9 mesi, però, le serrande delle palazzine di via Baraglia sono ancora abbassate, scatenando l'ira pacifica degli assegnatari. «Siamo qui perché pretendiamo un minimo di chiarezza da parte delle istituzioni - dice Gino Tassella - da mesi ormai la data di consegna delle chiavi viene puntualmente rimandata». Eppure i 32 appartamenti e 20 sottotetti assegnati a settembre 2022 sono ormai pronti, ma la data di consegna continua a slittare tra questioni catastali e problemi per una cabina elettrica montata su un terreno da espropriare. «Vogliamo sapere con certezza quando avremo finalmente le nostre case perché purtroppo ci sono tante famiglie che rischiano sul serio di restare in mezzo alla strada» conclude il manifestante. A preoccupare i futuri inquilini i continui rinvii. «Vogliamo capire come stanno realmente le cose perché la consegna degli appartamenti doveva esserci tra il 20 e il 24 giugno - incalza Anna Rita Impronta, altra assegnataria - Sono 10 anni che vivo in una scuola e ai miei figlio non so più quale scusa inventare quando mi chiedono della nostra casa. Non è scontato che lunedì sapremo la data nella quale ci saranno consegnate le chiavi».

L'assessora comunale alle Politiche abitative del Comune, Molly Chiusolo, assicura infatti che lunedì verrà stipulato l'atto pubblico attraverso il quale Acer completerà la procedura d'esproprio dei terreni e potrà completare l'accatastamento del suolo. Dalla sede Acer, però, nessun chiarimento, con le porte degli uffici che ieri sono rimaste chiuse e difese da un cordone di forze dell'ordine. «Noi volevamo una risposta istituzionale ma Acer ha scelto di mettere un cordone di forze dell'ordine all'ingresso degli uffici» afferma Vincenzo De Lorenzo, uno dei portavoce.

«Quando l'Acer ci ha comunicato questo contrattempo tecnico, ormai in via di risoluzione, abbiamo prontamente aggiornato con un briefing a Palazzo Mosti, alla presenza del sindaco Mastella, una rappresentanza degli assegnatari - spiega l'assessora Chiusolo - Siamo vicini alle famiglie che legittimamente vogliono veder concretizzato un diritto acquisito e auspichiamo che ciò accada in breve tempo.

Sulla velocizzazione dei tempi l'azione di sollecitazione dell'amministrazione comunale nei confronti di Acer è stata sempre attenta e tenace». 

Presenti al sit-in anche le sigle sindacali di settore, tra cui il Sunia. «Le case sono state assegnate lo scorso anno, ma gli aventi diritto ancora non ne hanno preso possesso - spiega Paolo Iorio - Hanno perso fiducia nelle istituzioni e gli assegnatari temono che gli abusivi possano intrufolarsi. Le case sono pronte e anche noi pretendiamo che le istituzioni, con la mediazione del prefetto, risolvano quanto prima il tutto permettendo così agli assegnatari di poterci finalmente entrare».

Sulla questione è intervenuto anche il consigliere regionale Gino Abbate, che non utilizza giri di parole: «I vertici dell'Acer devono andare via per incapacità di gestire e di fare quello che normalmente dovrebbero fare. Questa incapacità si traduce in emarginazione delle famiglie. Sarò promotore dell'allontanamento dei vertici dell'Acer per la loro incapacità e incompetenza». 

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