Napoli, gli operatori del turismo tornano in piazza: «Subito stato di crisi per l'intero settore»

Napoli, gli operatori del turismo tornano in piazza: «Subito stato di crisi per l'intero settore»
di Paola Marano
Lunedì 1 Febbraio 2021, 13:13 - Ultimo agg. 14:27
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La filiera del turismo campano torna in piazza per chiedere al governo lo stato di crisi dell'intero settore. Stamattina in centinaia tra agenti di viaggio, albergatori, titolari di bed & breakfast, imprese di noleggio conducenti, guide turistiche e accompagnatori, si sono dati appuntamento a Piazza Borsa per far sentire la loro voce «dopo 11 mesi di mancati ristori - denunciano - e annunci soltanto proclamati».

Una delegazione di rappresentanti di categoria è stata ricevuta in prima mattinata dal presidente della Camera di Commercio di Napoli Ciro Fiola. «Noi rappresentiamo non solo le agenzie di viaggio e alberghi, ma anche persone che non hanno una partita Iva e che non sono iscritte alla Camera di Commercio – spiega Cesare Foà, presidente Aidit Campania (associazione italiana distribuzione turistica) e Advunite (associazione agenti di viaggio)-  Abbiamo chiesto di essere ricevuti perché chiaramente i bandi fino a qui proposti per il turismo non sono sufficienti a sostenere un fermo di 11 mesi, che si protrarrà fino a marzo 2022.

Al mondo non esistono attività che possono stare ferme tanto tempo, per la Camera di Commercio è a rischio l'arrivo di contributi da parte delle nostre imprese». I manifestanti promettono battaglia e annunciano che «questa è la prima di una delle tante manifestazioni, adesso continueremo ciclicamente ogni 7 - 10 giorni perché non possiamo andare avanti. Napoli aveva 3500 bed & breakfast, oggi se ne contano 1000 – incalza Foà - C'è gente che sta perdendo la casa perché non riesce a proseguire nelle loro attività».  

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Il comparto delle case vacanze e b&b in Campania, che prima del covid contava in tutta la regione circa 5mila strutture, rappresenta un caso nel caso per la crisi del turismo indotta dalla pandemia in tutto il Paese. «Una situazione paradossale che coinvolge 5mila famiglie per il solo fatto che c'è una norma regionale che non consente di poter aprire la partita Iva lasciandoci così tagliati fuori da qualsiasi contributo statale e regionale – racconta Umberto Fusco, portavoce del comitato diritti B&B di Napoli -  Per le nostre attività abbiamo un codice fiscale quindi non possiamo iscriverci alla Camera di Commercio, e purtroppo questo ci tiene esclusi da tutti i contributi e i ristori». Il portavoce rivendica innanzitutto «un riconoscimento della categoria, che ha contribuito come nessun'altra categoria al rilancio turistico di questa città – evidenzia – non è possibile che a livello nazionale siano stati previsti dei ristori, ma noi in Campania non abbiamo goduto di nulla perché non abbiamo la partitia Iva».

La protesta - accompagnata da striscioni con l’hashtag, e slogan del corteo, #noisiamoilturismo - è poi proseguita in piazza del Plebiscito, anche sede del palazzo di governo: qui un gruppo di manifestanti ha ottenuto un incontro con il Prefetto di Napoli, Marco Valentini. In tarda mattinata una piccola rappresentanza di operatori è stata poi accolta dall’assessore alla semplificazione amministrativa e al turismo della Regione Campania, Felice Casucci.

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