Un flashmob per chiedere che il lungomare di Napoli resti pedonale è stato promosso oggi da Legambiente - in coordinamento con una serie di associazioni ambientaliste - nell'ambito della campagna Clean Cities che ha fatto tappa oggi nel capoluogo partenopeo.
Con l'occasione Legambiente ha presentato lo stress test mobilità, una serie di indicatori dello stato dell'arte di inquinamento atmosferico e risposta politica delle istituzioni per contrastarlo. Per rientrare nei parametri dell'Oms - questo uno dei dati emersi dall'indagine - Napoli dovrebbe ridurre del 45% le attuali concentrazioni di pm10 ma soprattutto del 69% il pm 2,5 e del biossido di azoto. Un lavoro enorme - è stato sottolineato - ma che deve assolutamente essere fatto, anche in funzione anti Covid.
«L'inquinamento atmosferico a Napoli - dice Mariateresa Imparato, presidente regionale di Legambiente - è un problema complesso che dipende da molteplici fattori come il traffico, il riscaldamento domestico, la presenza del porto e l'industria in primis.