Mazzette al Ruggi, Saponiero parla: «Sette medici sapevano tutto»

Il primario del Ruggi Brigante all'uscita da Palazzo di giustizia
Il primario del Ruggi Brigante all'uscita da Palazzo di giustizia
di Petronilla Carillo
Martedì 12 Aprile 2016, 06:10 - Ultimo agg. 08:33
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Si sono presentati quasi in contemporanea Luciano Brigante, Renato Saponiero e Anna Rita Iannicelli a palazzo di giustizia per rispondere alle domande del gip Elisabetta Boccassini. E ciascuno dei tre indagati dell’inchiesta Aragon, su un presunto giro di mazzette per bypassare le liste d’attesa ed essere operati in regime solo apparentemente di intramoenia, ma di fatto gravando sul sistema sanitario nazionale, ha parlato per oltre un’ora chiarendo la propria posizione. 

Il primo ad entrare nella stanza del giudice per le indagini preliminari è stato il capo dipartimento di Neuroscienze dell’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, Saponiero, l’unico a non essere destinatario di un provvedimento restrittivo ma solo di una sospensione dall’incarico di capo dipartimento per nove mesi. Accompagnato dal suo legale di fiducia, l’avvocato Agostino Allegro, Saponiero non solo ha dichiarato di essere estraneo a qualsiasi contestazione ma anche di non aver mai avuto alcun interesse o vantaggio, diretto e indiretto, nella gestione degli interventi in intramoenia che non dipendono dalle sue competenze. Saponiero è accusato di abuso d’ufficio in quanto, pur essendo stato messo a conoscenza di quanto accaduto, non avrebbe mai denunciato nulla. In particolare il riferimento degli inquirenti è legato alla registrazione di una confidenza fatta a due medici del reparto da un paziente il quale avrebbe raccontato loro di aver promesso duemila euro a Brigante per essere sottoposto ad intervento fuori dalle liste d’attesa.

Per la Procura di Salerno, dunque, Saponiero avrebbe omesso di esercitare i suoi doveri di attivazione del procedimento disciplinare e di denunciare il primario di Neurochirurgia. Secondo quanto raccontato da Saponiero, invece, le cose sarebbero andate diversamente: lui avrebbe chiesto ai due medici di mettere tutto nero su bianco e loro si sarebbero rifiutati. E non solo. Ha anche riferito al gip che ci sarebbero stati altri medici (sette in totale) che erano a conoscenza dei rumors che circolavano sul presunto giro di mazzette. Sette medici che, secondo quanto spiegato dal capo dipartimento, avrebbero partecipato ad una riunione, e nessuno avrebbe dato il proprio consenso alla redazione di un documento di denuncia contro il primario Luciano Brigante.
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