Cinema Metropolitan, arriva la mini-proroga: «Salvo fino a marzo»

Ancora incerto il futuro del multisala

Il Metropolitan
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di Gennaro Di Biase
Martedì 2 Gennaio 2024, 23:03 - Ultimo agg. 4 Gennaio, 09:30
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Una proroga per il Metropolitan. A darne notizia sono gli attuali soci di maggioranza della Spettacoli srl. In sostanza, il cinema resterà cinema, senza subentri di una nuova gestione né modifiche all’attività del multisala, «almeno fino a ridosso della primavera: non lasceremo i locali a gennaio ’24, come era precedentemente stabilito». La concessione è arrivata a dicembre. Nel frattempo, entro un paio di mesi, si valuterà quale possa essere il destino dello storico grande schermo di Chiaia nei locali di Palazzo Cellamare. Spazi che, nei mesi scorsi, erano stati messi all’asta dalla proprietà Intesa Sanpaolo. Un bando pubblico, curato da un importante studio notarile milanese, che aveva destato l’interesse di alcune famiglie imprenditoriali di primo piano (come il gruppo Scudieri e i costruttori Brancaccio). Intanto, dopo la mobilitazione popolare successiva al rischio di chiusura del cinema, il Mic di Gennaro Sangiuliano si è mosso e ha vincolato i locali del multisala chiaiese a una destinazione d’uso culturale. La Sovrintendenza - trapela dal Ministero - è in attesa di un progetto sul futuro del Metropolitan. 

Almeno altri due mesi di proiezioni, dunque. Le attività dell’attuale gestione targata Caccavale-Grispello continueranno fino quasi alla primavera: «A gennaio avremo una nuova interlocuzione con la banca, che ci spiegherà anche come si è evoluta la questione della proprietà dei locali - spiega a Il Mattino lo stesso Giuseppe Caccavale, titolare del Teatro Augusteo e socio di maggioranza del Metropolitan insieme alla moglie - Intanto, nei giorni scorsi abbiamo ottenuto una proroga per la gestione del cinema. Dovevamo lasciare l’attività a gennaio, stando alle disposizioni. Ma resteremo almeno fino alla fine di febbraio. A noi, come abbiamo già detto in altre occasioni, piacerebbe restare a gestire il multisala di Chiaia, a condizioni economiche sostenibili. Il cinema è in lieve ripresa, nonostante lo sciopero degli sceneggiatori di Hollywood che ha rallentato gli incassi. Ci sono alcuni film italiani, come “Io Capitano” o “C’è ancora domani” della Cortellesi, ma in generale il mercato cinematografico impiegherà un altro anno circa per risollevarsi completamente dalla crisi iniziata con la pandemia». «Ci batteremo affinché il Metropolitan resti un cinema - dice il deputato di Alleanza Verdi-Sinistra Francesco Borrelli - O al massimo, quegli spazi potranno ospitare un teatro, secondo la nostra visione.

Visti i vincoli che ci sono, qualsiasi tipo di speculazione è impossibile». 

Il cinema, a livello nazionale, è in lieve ripresa rispetto agli anni scuri della pandemia. Ma la crisi non è ancora del tutto alle spalle. Anche in virtù di questo andazzo generale, è una fase importante, questa, per il destino del multisala chiaiese in cui, poco più di due anni fa, Paolo Sorrentino presentò la prima di “È stata la mano di Dio”, con Toni Servillo, Filippo Scotti e altri attori di rango, scelti per il suo film autobiografico, che racconta la drammatica adolescenza partenopea del regista premio Oscar con “La grande bellezza”. L’asta dell’autunno scorso per l’acquisto del cinema non andò deserta. Arrivò più di una offerta per l’acquisto del Metropolitan. Così come è proseguito l’iter del vincolo apposto ai locali di Palazzo Cellamare da parte della Sovrintendenza. Una delle soluzioni prospettate per il futuro del Metropolitan è stata, nei mesi scorsi, la realizzazione di una factory culturale, con mostre d’arte, esposizioni. E un grande schermo, o comunque un palcoscenico per le rappresentazioni teatrali. Si parlò però anche dell’ipotesi di trasformare parte della struttura in un garage. Formalmente, però, i dadi non sono ancora tratti. 

 

Il futuro del multisala e dei nuovi acquirenti dovrà misurarsi, giocoforza, anche con le prescrizioni previste dal vincolo della Sovrintendenza, che è in attesa di un progetto da valutare dopo l’esito dell’asta pubblica dei mesi scorsi, che partiva da una base di 2,5 milioni più Iva. Dal punto di vista dell’investimento economico, l’idea è quella di accostare altre attività al cinema, che costa mezzo milione all’anno solo per la manutenzione degli ambienti. Si va insomma alla ricerca di un’attività ibrida che possa garantire un ricavo assieme alla destinazione d’uso culturale: «Il Ministero ha fatto la sua parte e ha posto il vincolo per salvaguardare la cultura - argomenta Luciano Schifone, consigliere di Gennaro Sangiuliano - A questo punto i nuovi proprietari dovranno fornire un progetto alla Sovrintendenza che possa prevedere anche attività collaterali, che siano a servizio dell’attività culturale primaria. Immagino che i motivi alla base della proroga siano questi».

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