Scudetto Napoli, Di Lorenzo capitano: «Nessuno credeva in noi e questa è una vittoria che ci unirà per la vita»

Nel ristorante di Udine il capitano sale sulla sedia: «Lavoro e sacrificio»

Il discorso di Giovanni Di Lorenzo alla squadra
Il discorso di Giovanni Di Lorenzo alla squadra
di Roberto Ventre
Venerdì 5 Maggio 2023, 23:56 - Ultimo agg. 7 Maggio, 09:03
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Si è arrampicato sul cancello d’ingresso del “Là di Moret”, l’albergo di Udine dove il Napoli ha vissuto la vigilia e il post della partita scudetto contro l’Udinese, e ha abbracciato idealmente i tantissimi tifosi napoletani che erano lì all’esterno a festeggiare i campioni d’Italia: Matteo Politano ha stappato una bottiglia di spumante e si è messo a cantare con il popolo azzurro i cori del Maradona. E ha postato sui social «Il momento che ho sempre sognato di vivere… Campioni d’Italia! Che bello scriverlo. Questo scudetto è tutto nostro e tutto vostro. E adesso festeggiamo, Napoliiiiii». Non ha giocato alla Dacia Arena perchè bloccato da un infortunio, come Mario Rui indisponibile contro l’Udinese: il portoghese si è rivisto sul campo una mezz’ora dopo il fischio finale mentre esibiva ai tifosi lo scudetto con il numero tre. E si è commosso con Giovanni Di Lorenzo, il capitano, che si è lanciato tra i napoletani e con il megafono si è messo a cantare i cori a squarciagola.

Il terzino poi si è scatenato negli spogliatoi a fine partita e durante la cena all’hotel del ritiro a Udine, è salito su una sedia e ha dedicato in un breve discorso con parole molto significative ai compagni di squadra. «A inizio anno nessuno credeva in noi ma attraverso lavoro e sacrificio abbiamo raggiunto risultato incredibile. Nel calcio succede di tutto, c’è chi va e chi resta, ma questa vittoria ci unirà per sempre. Forza Napoli!». E a quel punto è partito il coro dei calciatori, che indossavano tutti la maglietta celebrativa del Napoli per la vittoria del terzo scudetto e si sono scatenati a cantare «I campioni dell’Italia siamo noi». Tutti a riproporre i cori da stadio: Piotr Zielinski fa partire: «Vesuvio erutta», lo slogan ironico dei tifosi al Maradona in risposta ai cori di discriminazione territoriale rivolti ai napoletani da molte tifoserie avversarie. 

Una lunga gioia, una festa spontanea in albergo andata avanti fino alle 5 in una notte tutta azzurra tra calciatori, il direttore sportivo Giuntoli, il team manager Peppe Santoro, gli uomini dello staff di Spalletti da Baldini a Domenichini, da Salvatore Russo a tutti gli altri, lo staff medico, i fisioterapisti.

Scatenato più che mai tra canti e balli lo storico magazziniere Starace che torna a vincere lo scudetto dopo i due conquistati con Maradona. E quando i calciatori si sono affacciati per qualche minuto nello spazio antistante la hall dell’albergo e i tifosi azzurri sono riusciti a vederli è salita a mille la passione dei napoletani. «Victor, Victor», il più acclamato è il centravanti nigeriano che ha segnato a Udine il gol scudetto, quello numero 22 del capocannoniere della serie A, a quota 27 in stagione. Osimhen trascinatore in campo e fuori, è rimasto a lungo sul terreno di gioco sommerso dall’abbraccio dei tifosi azzurri e ha cantato insieme a loro i cori del Maradona, uno in particolare «La capolista se ne va», che poi ha riproposto anche in taxi di rientro dall’aeroporto di Grazzanise verso casa a Posillipo.

 

La vittoria del gruppo, che si è unito prima del fischio d’inizio di Udinese-Napoli in un grande abbraccio, gli undici scesi in campo dall’inizio e quelli in panchina. «Veniamo da piccoli paesi come Macedonia, Kosovo, Georgia, Slovacchia, Camerun. E il resto è storia Napoli: il sogno si realizza», ha scritto Elmas su Instagram. Un messaggio che sottolinea un’altra delle grandi qualità di questo gruppo straordinario, la fame, la voglia di arrivare il più in alto possibile partendo dal basso. «Gioia immensa, siamo Campioni d’Italia! Forza Napoli!», quello di Simeone. «I sogni si avverano, diventano realtà, forza Napoli sempre. Grazie a Dio per tutto: il Napoli è Campione d’Italia», il post di Kvara scritto in georgiano, inglese e italiano.

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Kvaratskhelia, campione anche di sensibilità, nello spogliatoio avvolto nella bandiera della Georgia si è commosso, ed è stato abbracciato da Meret, prima di unirsi ai festeggiamenti con i compagni con Osimhen e Politano in piedi su un tavolo a fare da capi-ultrà intonando «I campioni dell’Italia siamo noi» con Zielinski, Mario Rui e tutti gli altri del gruppo azzurro a festeggiare. Al ritorno a Napoli ieri sera serata di relax a casa: da Kvara, che ha brindato con la sua famiglia, a tutti gli altri protagonisti del trionfo a godersi la gioia con i propri cari. Si riprende oggi a Castel Volturno con la seduta di allenamento prima del match con la Fiorentina: il Maradona è sold out e gli azzurri sono pronti a vivere un’altra grande festa con il popolo napoletano.

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