Non era fuori rosa, ma era come se lo fosse. Era divenuto, pur non volendolo, un oggetto misterioso, il reietto, il non gradito, la settima scelta di centrocampo. Con Garcia non ha giocato mai, con Mazzarri ha fatto una apparizione sporadica in Coppa Italia. Poi, d'un tratto, scavando il fondo del barile, a furia di infortunati, eccolo spuntare dalla panchina, Diego Demme. E cambiare volto alla partita con la Salernitana. Con umiltà, sacrificio e sete di rivincita. Sono due anni che vive ai margini. Quest'anno, pur senza dirlo ufficialmente, Demme era ai margini: in attesa che qualcuno se lo prendesse prima del 30 giugno, giorno della scadenza del contratto che non ha mai rinnovato anche per via della carta d'identità e dei 32 anni di età. Ma l'uomo ha mostrato il suo valore: ha dato il cento per cento una volta in campo, altro che trasferimento. La vittoria con la Salernitana porta il suo nome. Ed è una prestazione che obbliga Mazzarri a prenderlo in considerazione contro la Fiorentina in Supercoppa: chiaro, l'aut aut di De Laurentiis porta a tenerlo ancora fuori ma a Riad c'è una tale emergenza numerica che spinge Walterone a tenerlo in considerazione. Chi in campo, sennò? Gaetano ha pagato il prezzo dell'esordio, Zielinski è stato aggregato ma deve dimostrare di avere la testa qui. Senza Anguissa e Cajuste, con Lindstrom che non viene proprio preso in considerazione, ecco che la soluzione potrebbe essere proprio il redivivo Demme.
L'inverno di Demme dura da due anni e mezzo: si fece male a luglio del 2021 in amichevole con la Pro Vercelli.