Zona ospedaliera, il record negativo dell'albero crollato: «Da cinque anni ancora li»

Fu abbattuto da una tempesta il 29 ottobre del 2018

L'albero crollato davanti al Cardarelli
L'albero crollato davanti al Cardarelli
di Antonio Folle
Lunedì 26 Giugno 2023, 17:57
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Nelle aiuole esterne dell'ospedale Cardarelli si sta registrando un vero e proprio record che potrebbe entrare in una particolare classifica - negativa - del Guinness World Record. Sono ormai quasi cinque anni, infatti, che un enorme albero crollato a causa della tempesta abbattutasi su Napoli il 29 ottobre del 2018 attende di essere rimosso. Nel pieno dell'emergenza si intervenne solo per asportare la pesante chioma che aveva invaso la carreggiata, in attesa della rimozione totale del fusto da pianificare in un secondo momento. 

Un ben poco invidiabile primato che testimonia le enormi difficoltà che il Comune incontra da ormai troppi anni nella gestione del verde pubblico e nelle emergenze ad esso correlate.

Un "fardello" pesante quello lasciato all'amministrazione targata Manfredi dal suo predecessore, secondo solo alla gestione delle malconce strade cittadine ed al sempre attuale problema della gestione dei rifiuti. 

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Nel corso degli anni più volte le aiuole esterne che circondano il nosocomio sono finite nel mirino delle critiche a causa del loro pessimo stato di manutenzione e per la presenza di accampamenti di senza fissa dimora. Di tanto in tanto gli operai del Comune intervengono per riportare un minimo di decoro, ma si tratta di interventi poco e male strutturati che hanno il solo effetto di "tamponare" una situazione che richiederebbe ben altri interventi.

I giardinieri sono pochi, hanno scarse - se non nessuna - dotazioni di servizio e sono molto in avanti con gli anni. Una problematica da mal di testa quella ereditata dall'assessore Santagada che sta cercando, usando il vernacolo partenopeo, di "friggere il pesce con l'acqua", correndo ai ripari quando le segnalazioni da parte di cittadini e associazioni civiche si fanno più incalzanti. Le criticità denunciate in tutta la città sono tante, i fondi esigui e, forse, ancora più scarse le competenze operative per una città dove comunque le spinte "green" da parte di numerosi comitati civici non mancano.

E il pessimo stato delle aiuole esterne del Cardarelli fa tremendamente a cazzotti con il pressochè perfetto stato delle aiuole interne, gestite direttamente dall'ospedale, prova forse ancora più evidente di una problematica, quella del cattivo stato delle aiuole di pertinenza comunale e dei mancati interventi, legata a mancanza di personale, di mezzi e di adeguata pianificazione. «Da quasi cinque anni - la denuncia di Alfredo di Domenico, conosciuto in città come Bukaman - tutte le volte che lascio l'ospedale dopo aver svolto il mio lavoro da infermiere mi balza agli occhi la condizione di atavico degrado delle aiuole comunali di fronte al Cardarelli. Negli ultimi giorni, dopo una serie di segnalazioni, l'amministrazione ha provveduto quantomeno a far eliminare la giungla che si era formata dopo tanto abbandono - continua di Domenico - ma l'albero caduto da ormai un lustro è rimasto ancora una volta al suo posto a dare un orribile spettacolo». 

La tempesta dell'ottobre di cinque anni fa è ancora ben impressa nella memoria - e spesso nel tessuto urbano - della città. Basti pensare al paesaggio "lunare" di parte del quartiere Posillipo, con gli alberi sradicati dal vento e ancora in attesa di essere sostituiti, ai danni causati nell'area flegrea e alla chiusura di parchi e giardini pubblici per mesi. Se, però, durante gli ultimi colpi di coda della scorsa campagna elettorale in alcune zone della città si è tentato di correre ai ripari - se non altro per mere questioni di consenso - interi pezzi di verde giacciono nel più totale e desolante abbandono da ormai troppi anni. 

Il mastodontico tronco, che di tanto in tanto viene usato come orinatoio e sversatoio di rifiuti da parte dei clochard che stazionano in zona, tra pochi mesi "festeggerà" i cinque anni. Testimonianza "non vivente" di una città che fa sentire forte il suo orgoglio e la sua ritrovata vocazione al turismo internazionale ma che, però, non è ancora riuscita a compiere un deciso balzo in avanti anche nella gestione di banali problemi di ordinaria amministrazione. 

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